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12 ottobre 2009 1 12 /10 /ottobre /2009 17:21

                                                                                                                                                                                                    MILANO - È stato un ordigno a provocare questa mattina alle 7,45 un'esplosione davanti alla caserma dei carabinieri di Piazzale Giuseppe Perucchetti, a Milano in zona Forze Armate. Due i feriti: un uomo di nazionalità straniera di 34 anni arrivato davanti alla porta carraia, che aveva con sè l'ordigno, e un militare di 23 anni di servizio in caserma. Il primo è considerato in gravi condizioni, con codice rosso, e il personale del 118 sta provvedendo a intubarlo e a stabilizzarlo prima di provvedere al suo trasferimento al più vicino ospedale. L'uomo è stato portato all'ospedale Fatebenefratelli rischia di perdere una mano mentre il militare presenterebbe ferite lievi.

L'ORDIGNO - Non è stato ancora appurato se l'esplosione sia avvenuta perché l'ordigno è scoppiato anzitempo mentre l'uomo lo trasportava oppure vi sia stato un errore al momento di piazzare l'ordigno stesso o, terza ipotesi, se lo straniero si sia fatto saltare all'esterno della caserma. Sul posto ci sono numerose volanti della polizia oltre che pattuglie dei militari.

Cazzo ho appena guardato un paio di TG, vergognosi.

Sono li che si leccano le mani con un erezione costante in corso lanciando preoccupate dichiarazioni sul terrorismo.
I fatti sono questi:

Un tipo, arabo, probabilmente (sicuramente) musulmano, ha costruito una bomba-carta piuttosto potente ed è andato a fare un azione simbolica in quella caserma.

Il poveraccio (come tutti i credenti), ha perso una mano e rischia pure di schiattare perchè è un coglione.

Detto questo non potrò mai esprimere solidarietà ad uno schifoso soldato di dio (qualunque sia il dio) ciò nonostante il disgraziato ricorda all'Italia di essere un paese in guerra che uccide, uomini, donne e bambini in iraq e afghanistan.

Saluti. Milanese

 

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9 ottobre 2009 5 09 /10 /ottobre /2009 11:17

Famiglia Cristiana

Vittima di attacchi, querele e calunnie, il settimanale Famiglia Cristiana, punto di riferimento del cattolicesimo sociale e democratico, ha aderito alla manifestazione sulla libertà di stampa, ricordando anche la richiesta di risarcimento milionario da parte del ministro leghista Maroni, rabbioso per le critiche del settimanale alle "leggi razziali" sulla sicurezza...
Di seguito e' pubblicato l'editoriale di Famiglia Cristiana (anticipato dal sito), con il messaggio del direttore Sciortino, letto e applaudito dai 300 mila di Piazza del Popolo...

IL MESSAGGIO DEL DIRETTORE DI FAMIGLIA CRISTIANA ALLA MANIFESTAZIONE SULLA LIBERTÀ DI STAMPA

UN ESAME DI COSCIENZA
PER POLITICI E GIORNALISTI

"No al guinzaglio" è il titolo della manifestazione che si è svolta a Roma, il 3 ottobre scorso, contro ogni forma di censura e intimidazione contro la stampa.

È diabolico far credere che la manifestazione di oggi a Roma, a favore della libertà di stampa, sia una «farsa assoluta». Chi lo afferma, e coloro che sostengono la tesi, sono in malafede. E lo sanno. Loro, sì, fanno davvero male al Paese e alla democrazia.

L’ampia legittimazione del voto popolare non autorizza nessuno a colonizzare lo Stato e a spalmare il Paese di un pensiero unico, senza ammettere il diritto di replica. Tanto meno autorizza a intimidire chiunque osi esprimere, con libertà e responsabilità, opinioni e critiche all’operato del Governo.

Quando si mette il coprifuoco alle idee, quando un Governo o un ministro ritengono di doversi scagliare contro un giornale, con querele e richieste milionarie (come è avvenuto anche contro Famiglia Cristiana), c’è qualcosa che non va in questa democrazia rappresentativa e di opinione.

E se qualcuno suona la campanella d’allarme per svegliare l’opinione pubblica, non è un "farabutto", fa semplicemente il suo dovere, a servizio della verità e del bene comune. Questo Paese necessita di più stampa critica, che sia davvero un "cane da guardia al potere".

Una democrazia sana si misura anche dal livello di libertà di stampa. Oggi il termometro in Italia segna febbre alta. Chi mette a tacere una voce, perché scomoda, taglia via una fetta di democrazia, sgretola le fondamenta della civile convivenza.

A tutti è richiesto un esame di coscienza: i politici si occupino del bene di questo Paese, liberino giornali e Tv della loro invadente e deleteria presenza.

I giornalisti siano veri professionisti e non si lascino usare. Soprattutto, evitino di piegare schiena e ginocchia: la stampa non è lo zerbino del potere.

Don Antonio Sciortino

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8 ottobre 2009 4 08 /10 /ottobre /2009 18:03

La lega propone il carcere per chi indossa il burqa. Ironia della sorte la proposta viene fatta proprio mentre la consulta discute del lodo Alfano, ma va be...La tesi comunque è la solita: in nome della sicurezza si può rinunciare alle libertà!
Ora, a parte sta cazzata, mi chiedo perchè il burqa dovrebbe essere così pericoloso per la sicurezza? Voi andreste a fare una rapina in banca con uno scomodissimo burqa? Andreste in manifestazione col burqa?
E poi perchè, se il problema è la riconoscibilità della persona, il burqa si e gli occhiali da sole no?
Quando la Santanchè ha bozzato con gli islamici per via del burqa indossava dei vistosi occhiali da sole.
Al che mi sono chiesto se fosse effettivamente la Santanchè quella stronza che sbraitava contro le donne islamiche. Poi ho sentito le cretinate che diceva e ho capito che si, era proprio la stronza della Santanchè, ma lì per lì ho faticato a riconoscerla.
Quindi mettiamo fuori legge anche gli occhiali, a specchio e non, e tutti gli occhiali con montature troppo spesse. D'altronde non è forse Superman che si cela abilmente dietro un paio di super occhiali?
E le sciarpe? Cazzo dico le sciarpe? Se porto una sciarpa fino al naso di inverno sto nascondendo la mia identità? Facciamo una legge per cui le sciarpe possono essere portate solo a livello del mento, fino all'attaccatura inferiore del naso.
Banditi i passamanotagna e i cappelli di lana che arrivino all'altezza delle sopraciglia. Ai vigili doteremo uno speciale righello per valutare le distanze regolamentari?

 

autore: 

jtr

 

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6 ottobre 2009 2 06 /10 /ottobre /2009 19:31

Secondo un reportage di Leonardo Suza e Valdo Cruz per la Folha, nelle deposizioni rese alla Giustizia italiana e in posesso del Folha, ex manager di Telecom Italia rivelano nei dettagli che l’operazione di spionaggio messa in piedi dall’impresa in Brasile era molto più vasta di quello che si immaginava.

Già dal 2004 si sapeva della guerra di controspionaggio tra Telecom Italia e la Opportunity del banchiere Daniel Dantas per il controllo della Telecom Brasile, che aveva ingaggiato l’agenzia investigativa Kroll per spiare gli italiani, arrivando anche ad alti esponenti del governo Lula. Per la prima volta in Brasile sono resi pubblici i verbali di attività clandestine contro altre compagnie telefoniche: Vivo, Telefônica e Telmex (Claro e Embratel).

Nelle testimonianze alle quali il nostro giornale ha avuto accesso, Giuliano Tavaroli, Fabio Ghioni e Angelo Jannone, tutti ex dirigenti di Telecom Italia, raccontano come sono entrati nelle reti informatiche degli avversari, ammettono il furto di documenti e parlano perfino di come uno di loro fu usato come esca dalla Polizia Federale per arrestare un agente della Kroll a Rio de Janeiro.

Nel luglio scorso i tre sono stati accusati dal Pubblico Ministero di Milano, insieme ad altri 31 imputati, per violazione dei sistemi di informatica e per intercettazioni illegali contro varie persone in Italia e all’estero per difendere gli interessi della Telecom Italia. Oltre alle testimonianze, rese nel 2007, la polizia italiana ha sequestrato vari CD e pen-drive con gli archivi sottratti alle imprese concorrenti.

Le imprese citate nel reportage come obiettivo dell’attività clandestina di Telecom Italia – Vivo, Telefônica, Telmex (Embratel e Claro) e Angra Partners – hanno dichiarato di non sapere di essere spiate e quindi non prenderanno misure in merito
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5 ottobre 2009 1 05 /10 /ottobre /2009 15:25

“Don Gaetano mi passava le consegne di una storia. Era un’eredità. I suoi ricordi diventavano ricordi miei. Riconoscevo da dove venivo, non ero figlio di un palazzo, ma di una città... Mi aveva trasmesso l’appartenenza. Ero uno di Napoli, per compassione, collera e pure vergogna di chi arriva tardi a nascere...”

Il giorno prima della felicità è quello raccontato da un bel libro di Erri de Luca, ambientato nella Napoli delle Quattro Giornate, nella Napoli che provoca la sua Liberazione, e in quella del duro dopoguerra. Il giorno prima della felicità è quello in cui il popolo napoletano prende in mano il suo destino, si ribella alla dittatura e all'occupazione tedesca. È il giorno in cui nelle file degli antifascisti, degli intellettuali e degli operai comunisti che per vent'anni hanno combattuto il regime di Mussolini entrano tanti ragazzi, una nuova generazione che non ne può più di miseria e menzogne. Ma il giorno prima della felicità è anche il giorno dei dubbi, della repressione, della fatica di crederci. È il giorno in cui alcuni stanno ancora a guardare, altri “vottano a scordare”, mentre il potere colpisce e reprime...

Se non c'avessero ormai convinto che l'eroismo e la dignità non sono del nostro tempo, se non stessero sempre a ripeterci che l'antifascismo una volta andava bene, mentre oggi siamo “esagerati” perché in fondo basta confrontarsi civilmente e tutto si sistema, se non avessimo paura di esagerare con l'enfasi, saremmo sicuri di vedere il giorno prima della felicità in questo 30 settembre 2009. Una giornata decisiva, in cui cinquemila napoletani, nonostante il lavoro, nonostante i problemi quotidiani, nonostante tutto cospiri perché ci si disinteressi della propria città e della politica in generale, sono scesi in piazza per dire che i “nuovi” fascisti, quelli di Casa Pound, se ne devono andare da Materdei. Una giornata in cui le strade si sono riempite di ragazzi che sentono che il fascismo è ancora vivo e vegeto, e non è rappresentato solo dai pochi nostalgici rintanati in un vecchio monastero di Materdei, ma è dentro le istituzioni, negli apparati repressivi, nell'indifferenza di chi ogni anno lascia morire in mare e sui posti di lavoro migliaia di persone...

Davanti alla fame e a al torpore che consentono al Governo, alla Lega, e ai gruppuscoli come Casa Pound di scatenare una guerra fra poveri, di sfogare la frustrazione su chi è più debole, facendo così gli interessi di chi in questa crisi sta accumulando miliardi, c'è stata una presa di parola collettiva. Abbiamo detto ad alta voce che non ne possiamo più, che la rabbia è troppa. Basta con le aggressioni contro i “diversi” (diversi da chi, poi?), contro omosessuali, meridionali, migranti, giovani che vogliono ancora cambiare il mondo, basta dare spazio a un manipolo di criminali che pesta gli studenti con cinghie, mazze e caschi a P.zza Navona, o a Napoli fuori la facoltà di Giurisprudenza, basta con l'ambiguità delle istituzioni che li sostengono e li fanno crescere, salvo poi commuoversi quando questi individui uccidono ragazzi come Davide Cesare (a Milano, nel 2003), Renato Biagetti (a Roma, nel 2006) o Niccolò Tommasoli (a Verona, nel 2008).
Se negli anni '20 i fascisti si davano l'aria di “rivoluzionari” e intanto massacravano i contadini e gli operai coperti dal regio esercito, se negli anni '70 gruppi come Terza Posizione scippavano le parole d'ordine della sinistra, e facevano stragi con le bombe con la complicità del Servizi, oggi, a dispetto del suo sito “giovane” e delle dichiarazioni di facciata, è Casa Pound a prendere il testimone di questa infame tradizione, della parte peggiore d'Italia. D'altronde la storia non si ripete mai alla stessa maniera, perciò bisogna saperla leggere. E quindi intervenire di conseguenza, prima che sia troppo tardi.

Stupisce invece trovare sui giornali solo gli “scontri” del 30 settembre. Lasciando stare le vere e proprie invenzioni (saremmo tornati agli “anni di piombo” solo perché si è spinto un po' con due scudi di plexiglas?); mettendo da parte le “dimenticanze” (perché nessuno dice che – come testimoniano diversi video – i lacrimogeni sono stati sparati ad altezza d'uomo, che un poliziotto ha molto professionalmente lanciato un sanpietrino contro i manifestanti, che altri hanno caricato studenti evidentemente inermi?), nessuno parla del grande successo del movimento di queste settimane. Dal 13 settembre iniziative, concerti, incontri con giornalisti e professori, proiezioni nelle scuole e nelle piazze, l'apertura di uno spazio critico, il tentativo di fare cultura... E il giorno del corteo i cittadini di Materdei che si affacciano dal balcone e applaudono, i panieri calati con acqua, cibo e sigarette, gli interventi, la determinazione degli slogan e i tanti sorrisi... Tutto questo non lo si legge proprio da nessuna parte.

Si scrivono invece articoli che ispirano il più basso giustizialismo contro i “violenti”, si concedono interviste e colonne a pochi fascisti, la cui strategia comunicativa è ormai scoperta: spacciarsi per chi lavora per il “bene” della gente. Una becera operazione populista e di facciata, tesa a nascondere il fatto incontrovertibile che sono i movimenti e i collettivi a lottare quotidianamente perché Napoli sia un posto migliore. Noi non ce li ricordiamo questi fascisti quando qui aprivano discariche tossiche, quando licenziavano la gente, quando tagliavano i fondi all'istruzione, quando qualche mese fa è stato picchiato Marco Beyenne, colpevole di essere “uno sporco negro” ... Ma ci ricordiamo bene, per dirne una, che fra i più grandi sostenitori napoletani di Casa Pound c'è Luciano Schifone del PDL, il quale oggi accusa gli antifascisti di violenza, senza dire che fu arrestato per aver lanciato diverse molotov contro una sede del PCI nel 1970... Ecco cosa intendono i fascisti per “fare il bene della gente”!

Oggi arrivano quindici denunce per il corteo del 30. Però i giornali non dicono se i “bravi ragazzi” che a volto coperto facevano il saluto romano dal tetto del palazzo occupato e si indicavano i testicoli (o se li cercavano?) provocando il corteo, sono passibili di “apologia di fascismo” o “travisamento”... Non dicono che mentre cinquemila napoletani sono in piazza, loro, per riuscire a tenere il posto, sono protetti da agenti in borghese e da una trentina di naziskin da Roma, da Avellino e dal Cilento... Non dicono che sono spalleggiati da politici conniventi con la camorra locale, come Florino, che ha avuto stretti rapporti con il boss Giuseppe Misso...

Ma in fondo non importano né le denunce, né il pressapochismo dei giornali. I fascisti, cani da guardia del capitale, sono sempre stati difesi dai poteri forti, e Resistenza vuol dire, oggi come ieri, non cedere alle difficoltà, disfare pazientemente gli attacchi nemici. La nostra mobilitazione non si ferma adesso e non aspetta i tempi delle istituzioni, ma incarna il sentire vero della nostra città. Perché, come dice Erri de Luca, “siamo di Napoli per compassione, collera e pure vergogna”, abbiamo “le consegne di una storia”, e come il popolo del '43 non ne possiamo più di miseria e menzogne... Cacciare le logiche razziste, sessiste, autoritarie fuori dalla nostra città, perché ritornino ad essere passato remoto, è il compito da assolvere ora, il giorno prima della felicità, quando ci liberammo dai fascisti.

Collettivo Autorganizzato Universitario - Napoli
http://cau.noblogs.org/

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4 ottobre 2009 7 04 /10 /ottobre /2009 08:51

  E’ assolutamente illegale e la divulgazione che ne faccio è a scopo di studio.

 

La codifica “NDS2″, quella che utilizza sky al momento, consiste nel cambio dei codici ogni decina di secondi, nell’ impossibilità di decriptare i canali con una scheda programmata o con un decoder programmato…. insomma praticamente inattaccabile.

Su www.area3000.it è presente un’articolo che spiega una nuova idea efficace. Provo a sintetizzarla:

In pratica il cosidetto “Cardsharing” ossia “Condivisione Carta”.

E’ una tecnica che non permette di aprire i canali, ma di condividere schede SKY con altre persone (1 abbonato + persone), il tutto tramite internet e decoder appropriati (prezzo medio 100 euro).

Occorrente:

  1. ADSL FLAT 24h/24h.
  2. Decoder Linux Based con porta LAN per poterlo collegare a internet.
    (DreamMultimedia o il QBox della duolabs)
  3. Indispensabile è anche un router per collegare il decoder al PC.
  4. Abbonamento SKY da condividere.

Come procedere:

  1. Collegare il decoder alla tv e alla lan con il router.
  2. Scaricare dal sito produttore e caricare l’ultima versione del firmware, chiamato “immagine” sul decoder.
  3. Installare sul decoder i settings (lista canali) e una softcam (CCcam o NewCS) che serve per condividere l’abbonamento.
  4. Creare un DNS (registrarsi a dyndns.com oppure a NO-IP.com e creare un nome DNS)
  5. Aprire un porta nel router (12000) sull’indirizzo IP del decoder.
  6. Configuare “Inadyn” sul decoder, aggiornando il puntamento del DNS.
  7. Modificare il file CCcam.cfg che si trova nella cartella var/etc deldecoder, tramite FTP.
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2 ottobre 2009 5 02 /10 /ottobre /2009 18:50

link video del soldato Shalit

 

Il mio numero di carta d'identità è 397029. Oggi è lunedi' 14 settembre 2009. Come potete vedere ho in mano il quotidiano Felesteen di oggi, 14 settembre 2009, che viene pubblicato a Gaza".

"Leggo il giornale con l'obiettivo di trovare informazioni su me stesso e sperando di trovare ogni tipo d'informazione sul mio rilascio e un mio pronto ritorno a casa - continua Shalit - Sto sperando e aspettando da lungo tempo il giorno in cui sarò rilasciato e spero che l'attuale governo guidato da Benjamin Netayahu non sprecherà l'opportunita' di concludere un accordo grazie al quale potrò finalmente realizzare il mio sogno ed essere libero. Voglio mandare i miei saluti alla mia famiglia e dire che voglio bene a tutti loro, mi mancano molto e spero nel giorno in cui li rivedrò".

"Papa', Yoel, Hadass (il fratello e la sorella) - dice ancora Shalit - vi ricordate quel giorno in cui siete venuti alla mia base sulle alture del Golan il 31 dicembre 2005 che se non sbaglio è chiamata Hevaya Bet? Abbiamo fatto un giro della base e mi avete fotografato su un tank Merkava e su uno dei vecchi tank all'ingresso della base. Dopo siamo andati al ristorante in uno dei villaggi drusi e lungo la strada ci siamo fatti delle foto con lo sfondo del monte Hermon innevato. Voglio dirvi che sto bene per quanto riguarda la salute e che i mujahidin delle Brigate Qassam (i combattenti del braccio armato di Hamas) mi trattano in maniera eccellente. Grazie mille e arrivederci".

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2 ottobre 2009 5 02 /10 /ottobre /2009 12:57

I numeri della miseria sono agghiaccianti, solo la legge Gelmini reclama 50 mila vite, 2500 solo in lombardia. 50 mila carriere cancellate da quella stessa legge che non avrebbe dovuto prevedere licenziamenti, che non avrebbe dovuto prevedere aumenti delle classi, che non avrebbe dovuto prevedere regali alle private. Ora tocca alle medie, distrutte per battere cassa, successivamente sarà il turno di superiori ed università, non un caso ne una coincidenza ma di uno smantellamento programmato, ultima risorsa per un paese in crisi.
Non è tutto, mentre si discute di un improbabile piano casa criminalizzando le occupazioni per facilitare la svendita del patrimonio case popolari, la cassa integrazione è agli sgoccioli ed agli operai non resta che salire sui tetti per rivendicare il proprio dirito a reddito e dignità, oppure non resta che farsi picchiare fuori dalla mostra del cinema per ricordare la situazione imbarazzante dei lavoratori della cultura.
Non solo gli operai e non solo i precari salgono sui tetti ma anche migranti e detenuti, stanchi di essere trattati come bestie, di essere bersaglio di respingimenti e deportazioni degne del terzo reich,rialzano latesta organizzando scioperi della fame.
La polveriera è piena e la rinnovata attenzione censoria nei confronti della stampa mainstream testimonia il livello di terrore che serpeggia nelle istituzioni, terrore per una crisi sociale ormai fuori controllo, terrore perchè nello sfacelo potrebbe intuirsi chi porta la responsabilita di questo macello, perche potrebbe intuirsi dove sta il nemico.

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1 ottobre 2009 4 01 /10 /ottobre /2009 10:04

Documento aggiornato in base alla “Guida all’uso di mascherine facciali e respiratori”; fornisce

linee guida provvisorie, passibili di aggiornamento

Premessa

Il virus della nuova influenza AH1N1v può provocare un’ampia gamma di sintomi e segni, in

particolare febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e articolari, brividi, debolezza, malessere

generale; sono stati segnalati anche segni e sintomi come diarrea e vomito. Come l’influenza

stagionale o “classica”, anche la nuova influenza da virus AH1N1v può presentarsi in forme di

gravità variabile, da molto lievi a forme gravi e complicate da polmonite e insufficienza respiratoria

e può essere, in rari casi mortale. Il tasso di letalità della nuova influenza H1N1v nei paesi

dell’Unione Europea e dell’EFTA attualmente è dello 0,21 %, mentre a livello globale è dello

0,98% (Dati ECDC ed OMS, aggiornati agosto 2009)

Alcuni gruppi di popolazione, tra cui le donne in stato di gravidanza ed i soggetti con malattie

croniche preesistenti (diabete, malattie cardiovascolari e polmonari, obesità patologica) possono

presentare un maggiore rischio di forme gravi e complicate in seguito ad infezione da virus

AH1N1v. Talvolta si possono verificare infezioni batteriche possono verificarsi

contemporaneamente (superinfezioni) o subito dopo l’infezione da virus influenzale (sia quelli

classici che il nuovo virus AH1N1v) con conseguenti polmoniti, otiti o sinusiti.

Con queste informazioni si intende fornire una guida per la cura a domicilio in condizioni di

sicurezza di persone malate nel corso di una epidemia o di una pandemia influenzale

Come si trasmette l’influenza

Il modo principale con cui i virus influenzali si trasmettono da persona a persona è attraverso le

goccioline di secrezioni respiratorie emesse con la tosse, lo starnuto e mentre si parla. Con la tosse e

lo starnuto le goccioline possono arrivare anche ad un metro di distanza dalla persona che le ha

emesse, mentre parlando raggiungono una distanza di 15-20 cm, potendosi così depositarsi sulle

mucose di bocca, naso e occhi di altre persone. I virus influenzali (come altri germi) possono essere

trasmessi anche per via indiretta, toccando superfici (maniglie, rubinetti, corrimani, piani di lavoro,

telefoni) e oggetti d’uso personale (biancheria, fazzoletti) contaminati da secrezioni respiratorie di

persone infette e poi portando agli occhi, al naso e alla bocca le mani non lavate

In caso di cura a domicilio di persone con nuova influenza AH1N1:

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

2

Evitare contatti ravvicinati (meno di 1 metro) con altri e non andare al lavoro o a scuola se

malati

Verificare con il medico di medicina generale, il pediatra o il ginecologo la necessità di

terapie particolari in relazione a malattie croniche preesistenti come diabete, asma o

enfisema, malattie cardiache o allo stato di gravidanza.

Verificare con il medico di medicina generale, il pediatra o il ginecologo la necessità di

terapia con farmaci antivirali

Rimanere a casa per almeno 7 giorni dall’inizio dei sintomi o fino a completa risoluzione dei

sintomi per almeno 24 ore, qualunque sia stata la loro durata, a meno che non sia necessario

uscire per recarsi dal medico o per altre impellenti necessità.

Rimanere a riposo quanto più possibile

Bere in abbondanza liquidi non alcolici (come acqua, infusi e tisane, brodo, succhi di frutta,

spremute, integratori di sali minerali per attività sportive) per prevenire la disidratazione

Coprire la bocca ed il naso quando si tossisce e starnutisce, possibilmente con un fazzoletto

di carta, da gettare immediatamente nella spazzatura dopo l’uso.

Lavare spesso le mani con acqua calda e sapone o con detergenti a base di alcol e soprattutto

dopo avere tossito e starnutito e avere soffiato il naso. Ricordare che in caso di:

- Lavaggio con acqua e sapone

o Usare acqua calda

o Strofinare le mani insaponate per 15-20 secondi

- Detersione con detergenti a base di alcol

o Non aggiungere acqua

o Strofinare il prodotto sulle mani fino che queste non ritornano asciutte

Indossare una mascherina chirurgica, se disponibile e tollerata, quando si condividono spazi

comuni con altri componenti della famiglia per ridurre le possibilità di diffusione dei virus:

ciò è particolarmente importante in caso di presenza di familiari a maggior rischio di forme

gravi e complicate di influenza. Per maggiori informazioni vedere la Guida per l’uso di

mascherine facciali e respiratori.

Prestare attenzione a segni e sintomi (vedi sotto) che possono essere indicare la necessità di

chiamare il medico o rivolgersi al Pronto soccorso

I farmaci sintomatici (medicine che aiutano ad alleviare i sintomi dell’influenza)

Il medico, il pediatra il ginecologo o il farmacista vanno sempre consultati sull’uso corretto e sicuro

dei medicinali

I farmaci antivirali possono aiutare ad alleviare e ridurre i sintomi dell’influenza, ma richiedono una

prescrizione medica; la maggior parte delle persone non ha bisogno di farmaci antivirali per guarire

completamente e rapidamente dall’influenza; i farmaci antivirali vanno idealmente riservati alle

persone a rischio di complicazioni per patologie croniche preesistenti e a quelle con forme gravi e

complicate che richiedono il ricovero in ospedale(Circolare n. DGPREV.V/33297 del 22 luglio

2009: Aggiornamento delle indicazioni relative all’impiego dei farmaci antivirali per l’Influenza da

virus influenzale AH1N1v, consultabile all’indirizzo: http://www.normativasanitaria.it/normsanpdf/

0000/29449_1.pdf)

Deve essere quindi il medico a stabilire la necessità di trattamento con farmaci antivirali.

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

3

L’influenza può essere accompagnata o complicata da infezioni batteriche; pertanto, alcune persone

potrebbero necessitare di terapia antibiotica. Forme più gravi e prolungate di malattia, oppure il

peggioramento dei sintomi dopo una fase di miglioramento possono essere indizi di superinfezioni

o complicazioni batteriche; anche in questi casi deve essere un medico a stabilire e prescrivere la

terapia antibiotica più appropriata .

ATTENZIONE:

L’acido acetilsalicilico (aspirina) ed i farmaci a base di aspirina NON devono essere

somministrati ai bambini e ragazzi al di sotto di 18 anni con influenza, per il rischio di

sindrome di Reye (Circolare n. DGPREV.V/33541 del 23 luglio 2009: Prevenzione e

Controllo dell’Influenza, raccomandazioni per la stagione 2009-2010, indirizzo:

http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/29731_1.pdf.

Controllare attentamente la composizione dei farmaci da banco e dei farmaci per influenza

per vedere se contengono acido acetilsalicilico

Per mitigare i sintomi dell’influenza a bambini sopra i 5 anni e ragazzi al di sotto dei 18 anni

possono essere somministrati paracetamolo o ibuprofrene

Ai bambini di età inferiore a 5 anni NON vanno mai dati farmaci, anche se da banco, senza

avere prima consultato il pediatra

La cura migliore per bambini sotto i due anni è l’uso regolare di un umidificatore e

l’aspirazione del muco dalle cavità nasali

La febbre ed i dolori (muscolari, articolari, cefalea) possono essere trattati con paracetamolo o

ibuprofene o altri antinfiammatori non steroidei .

Si tratta di farmaci da banco, vendibili senza ricetta medica e di farmaci da vendere dietro

presentazione di ricetta medica; nell’uno o nell’altro caso, usati in modo appropriato seguendo le

istruzioni del foglietto illustrativo, sia i farmaci da banco che quelli a prescrizione medica possono

alleviare sintomi come tosse e congestione nasale, ma non hanno alcun effetto sulla contagiosità

della persona (non riducono l’infettività ) .

Controllare attentamente la composizione per verificare se i farmaci contengono già

paracetamolo o ibuprofene prima di prendere dosi aggiuntive di tali farmaci

NON raddoppiare le dosi

I pazienti con malattie renali o problemi gastrici (ulcera, gastrite) debbono consultare il medico

prima di assumere farmaci antinfiammatori non steroidei

Quando rivolgersi al Pronto Soccorso

Se la persona ammalata a casa presenta:

Difficoltà di respiro o dolore toracico

Dolore o senso di oppressione al torace o all’addome

Colorito violaceo o bluastro delle labbra

Vomito e incapacità di trattenere i liquidi ingeriti

Segni di disidratazione come vertigini, anuria (assenza di orinazione) oppure nei bambini

assenza di lacrime quando piangono

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

4

ConvulsioniConfusione e assenza di responsività

Chiedere immediatamente l’intervento del medico di famiglia, del pediatra o della Guardia Medica,

o rivolgersi al Pronto Soccorso per un eventuale ricovero in ospedale

Azioni per ridurre la diffusione dell’influenza in ambito domestico

Quando si presta assistenza ad un familiare ammalato di influenza, i mezzi migliori per proteggere

se stessi e gli altri componenti della famiglia sono:

Tenere per quanto possibile l’ammalato separato dagli altri, ed in particolar modo da quelli a

maggior rischio di forme gravi complicate di influenza e dalle donne incinte

Ricordare all’ammalato di coprire la bocca ed il naso quando starnutisce e tossisce e di

lavare spesso, specialmente dopo avere tossito e starnutito, le mani con acqua e sapone o

detergenti a base di alcol .

Fare in modo che ognuno a casa lavi spesso le mani con acqua e sapone o detergenti a base

di alcol; fare particolare attenzione ai bambini ed aiutarli a tenere pulite le mani.

Ricordare che in caso di :

o Lavaggio con acqua e sapone

Usare acqua calda

Strofinare le mani insaponate per 15-20 secondi

o Detersione con detergenti a base di alcol

Non aggiungere acqua

Strofinare il prodotto sulle mani fino che queste non ritornano asciutte

Chiedere al medico se i contatti familiari della persona malata, particolarmente coloro a

maggior rischio di forme gravi e complicati perché con patologie croniche o in stato di

gravidanza, debbano assumere farmaci antivirali (oseltamivir : Tamiflu® oppure zanamivir

Relenza®) a scopo di profilassi

Le persone appartenenti a gruppi a maggior rischio di forme gravi e complicate di influenza

dovrebbero cercare di astenersi da contatti ravvicinati (meno di 1,5 metri) con familiari

ammalati di influenza: se il contatto ravvicinato non è evitabile può essere utile indossare

una mascherina chirurgica o un respiratore con filtrante facciale. I neonati ed i lattanti non

dovrebbero essere accuditi da familiari ammalati (vedere Guida per uso di mascherine e

respiratori) .

Collocazione della persona malata

Tenere la persona malata in una stanza separata dalle aree comuni della casa (cucina,

soggiorno; etc…): la soluzione ideale sarebbe una stanza “per ospiti” con bagno separato.

La porta della stanza dove si trova la persona malata deve essere tenuta chiusa.

A meno di impellenti necessità (quali le visite mediche o l’acquisto di viveri) le persone

malate di influenza devono rimanere a casa e ridurre al minimo indispensabile i contatti con

altre persone (familiari inclusi) evitando di uscire, mettersi in viaggio, andare al lavoro o a

scuola per 7 giorni dall’inizio dei sintomi o fino a completa risoluzione dei sintomi per

almeno 24 ore, qualunque sia stata la loro durata; tenere presente che i bambini, e

specialmente quelli più piccoli possono rimanere infettanti per gli altri per periodi più lunghi

di 7 giorni dall’inizio dei sintomi.

Fare indossare alla persona malata una mascherina, se disponibile e tollerata, e coprire il

naso e la bocca con un fazzoletto quando tossisce e starnutisce, nel caso debba lasciare

l’abitazione per una necessità urgenti (esempio visita medica o ricorso al Pronto Soccorso),

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

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Fare indossare alla persona malata una mascherina, se disponibile e tollerata, e coprire il

naso e la bocca con un fazzoletto, nel caso debba soggiornare in parti comuni della casa e

venire a contatto con altre persone.

Fare usare, se possibile, un bagno separato, da pulire giornalmente con disinfettanti ad uso

domestico (esempio: varechina e altri prodotti a base di cloro,detergenti a base di ammonio

quaternario, lisoformio)

Proteggere le altre persone della casa

La persona malata non dovrebbe ricevere visite se non quelle del medico.

Se possibile, affidare la cura del malato/i ad un solo adulto. Le persone a maggior rischio di

formi gravi e complicate di influenza e le donne incinte debbono essere escluse – se

possibile – dall’assistenza alla persona malata.

Le persone a rischio di complicazioni da influenza dovrebbero cercare di mantenere una

distanza di almeno 1,5 metri dai familiari ammalati di influenza; nel caso in cui contatti più

avvicinati siano inevitabile, può essere utilizzata una mascherina o un facciale filtrante, se

disponibili e tollerati (vedere Guida per uso di mascherine e respiratori)

Evitare, se possibile, che siano le donne in stato di gravidanza a prendersi cura dei familiari

malati: in gravidanza si può verificare uno stato di relativa immunosoppressione e le donne

incinte sono a maggior rischio di forme gravi e complicate di influenza (vedere anche

Circolare n. DGPREV.V/33541 del 23 luglio 2009: Prevenzione e Controllo dell’Influenza,

raccomandazioni per la stagione 2009-2010, consultabile all’indirizzo:

http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/29731_1.pdf.)

Evitare, se possibile, che familiari ammalati accudiscano neonati e lattanti e altri soggetti

facenti parti di gruppi a maggior rischio di forme gravi e complicate di influenza

TUTTI i componenti del nucleo familiare o occupanti lo stesso alloggio dovrebbero lavare

le mani con acqua calda e sapone o detergenti a base di alcol frequentemente e in ogni caso

ogni volta che si sia venuti in contatto con la persona malata, la stanza ed il bagno utilizzata

da questa, ed i suoi effetti personali, in particolar modo biancheria, fazzoletti e stoviglie.

La biancheria da letto, da tavola e da bagno, e le stoviglie usate dalle persone malate, non

necessitano di essere lavate separatamente da quelle degli altri ospiti, ma non debbono

essere utilizzate in comune e prima del lavaggio. La biancheria deve essere lavata in acqua

calda con sapone (idealmente in lavatrice, a temperatura di 60° o più) e fatta asciugare

accuratamente; chiunque maneggi la biancheria sporca, deve lavare le mani con acqua calda

e sapone (vedi sopra) immediatamente dopo averla toccata.

Usare, se possibile, asciugamani di carta per asciugare le mani, oppure usare asciugamani

“dedicati” per ogni componente della famiglia, contraddistinti da colori diversi o altri

segnali.

Aprire, per quanto possibile, frequentemente le finestre per permettere una buona aerazione

e ventilazione dei locali, in particolare quelli di uso comune (soggiorno, cucina, stanze da

bagno ).

Per l’eventuale uso di farmaci antivirali consultare sempre il proprio medico ed attenersi

scrupolosamente alle sue indicazioni .

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

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Per la persona incaricata dell’assistenza al malato

Evitare contatti faccia a faccia con la persona malata

Quando si prendono in braccio lattanti e bambini piccoli ammalati, fare appoggiare il mento

sulla spalla, in modo che non tossiscano o starnutiscano in faccia.

Lavare le mani con acqua calda e sapone o con detergente a base di alcol dopo ogni contatto

con la persona malata, i suoi effetti personali, la sua biancheria o i fazzoletti usati.

Consultare il medico di famiglia sull’opportunità di profilassi con farmaci antivirali

La cura della persona malata non va affidata, se possibile, a soggetti facenti parte di gruppi a

maggior rischio di forme gravi e complicate di influenza, e a donne in stato di gravidanza

Le persone a maggior rischio di forme gravi e complicate di influenza, e le donne in stato di

gravidanza dovrebbero cercare di mantenere una distanza di almeno 1,5 metri con la persona

malata.

Se i contatti ravvicinati con la persona malata sono indispensabili e non è possibile

individuare altri familiari per l’assistenza al malato, prendere in considerazione l’uso di una

mascherina chirurgica o di un filtrante facciale, se disponibili e tollerati (vedere Guida per

uso di mascherine e respiratori)

MONITORARE ATTENTAMENTE IL PROPRIO STATO DI SALUTE PER COGLIERE IMMEDIATAMENTE

SEGNI E SINTOMI DI INFLUENZA (IN PRIMO LUOGO LA FEBBRE) E RIFERIRLI AL PROPRIO MEDICO

.

Uso di mascherine e facciali filtranti (respiratori)

Evitare, PER QUANTO POSSIBILE, contatti ravvicinati (meno di 1,5 metri) con la persona

malata

Nel caso i contatti ravvicinati siano inevitabili (per esempio, per accudire un bambino

piccolo) cercare di limitare il più possibile il tempo di contatto ed usare una mascherina o un

filtrante facciale (respiratore) FFP2

Un filtrante facciale FFP2 (corrispondente al N95 degli standard statunitensi), indossato in

modo da ottenere una stretta aderenza al viso, è in grado di filtrare le piccole particelle che

potrebbero passare in corrispondenza dei bordi di una mascherina, ma rispetto ad una

mascherina è ben più difficile da tollerare per la difficoltà di respirarvi attraverso per lunghi

periodi di tempo.

Mascherine e respiratori filtranti facciali possono essere acquistati presso farmacie, negozi

per articoli sanitari; alcuni tipi di mascherine protettive possono essere reperibili anche in

negozi di ferramenta e forniture per edilizia ;

Il respiratore o filtrante facciale FFP2 è consigliabile soprattutto nel caso di debba assistere

una persona malata nell’esecuzione di una terapia aerosol. Le terapie aerosol, per la

maggiore possibilità di nebulizzazione nell’ambiente di goccioline infettanti, andrebbero

SEMPRE eseguite, per quanto possibile, in stanze separate e non nelle aree comuni della

casa.

Le mascherine ed i respiratori (filtranti facciali) usati vanno immediatamente smaltiti nella

spazzatura, per evitare che possano essere anche inavvertitamente toccati da altre persone.

Evitare per quanto possibile il ri-uso di mascherine e filtranti facciali monouso; le

mascherine riutilizzabili debbono essere lavate con acqua calda e sapone, possibilmente in

Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Uffici III e V

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lavatrice; in assenza di asciugatrice a caldo, possono essere ripassate con ferro da stiro ben

caldo: l’alta temperatura ha un effetto disinfettante

Lavare accuratamente le mani con acqua calda e sapone o detergenti a base di alcol (vedere

sopra le istruzioni per il lavaggio delle mani ) prima di togliere e dopo avere tolto (ogni

volta, sia prima che dopo) le mascherine o i filtranti facciali, ovvero si toccano

inavvertitamente mascherine o i filtranti facciali usati.

Pulizie domestiche, lavaggio della biancheria, smaltimento di rifiuti

Gettare immediatamente fazzoletti di carta ed altri oggetti monouso utilizzati dalla persona

malata nella spazzatura e lavare accuratamente le mani dopo avere toccati fazzoletti sporchi

e simili rifiuti. E’ consigliato l’utilizzo di un doppio sacchetto al fine di evitare la fuoriuscita

del materiale in caso di rottura.

Smaltire come d’ordinario i rifiuti domestici, avendo cura di chiudere bene il sacchetto e

usando l’accortezza di utilizzare un doppio sacchetto per evitare lo spargimento del

contenuto del primo in caso di rotture, al momento della raccolta.

Pulire regolarmente le superfici (specialmente comodini, lavandini e sanitari, piani di lavoro

e maniglie, telefoni e telecomandi, giocattoli dei bambini, etc…) con un

detergente/disinfettante (esempio, varechina, prodotti a base di cloro, lisoformio, prodotti a

base di ammoni quaternario) ad uso domestico, attendendosi alle istruzioni riportate in

etichetta.

Tovaglioli, stoviglie e piatti usati dalla persona non necessitano di lavaggio separato, ma

non debbono essere utilizzati da altre persone prima di un accurato lavaggio a mano con

acqua ben calda e detergente apposito, o se possibile in lavastoviglie

Lavare lenzuola, asciugamani ed altra biancheria con acqua ben calda e sapone,

possibilmente in lavatrice, con temperature superiori a 60° e fare asciugare bene in ambiente

caldo; in assenza di asciugatrice a caldo, può essere utile stirare con ferro da stiro ben caldo:

l’alta temperatura ha un effetto disinfettante e uccide i virus influenzali

Non maneggiare troppo e stringere la biancheria prima del lavaggio, per prevenire la

contaminazione

LAVARE le mani con acqua ben calda e sapone o detergenti a base di alcol dopo ogni

contatto con biancheria sporca, prima di togliere mascherine e/o respiratori e dopo avere

tolto mascherine e respiratori (se utilizzati) e dopo avere rimosso i guanti, se utilizzati.

Altre informazioni sulla cura di persone con sospetta influenza, da virus classici o da nuovo

virus AH1N1 possono essere reperite agli indirizzi :

- http://www.ministerosalute.it/dettaglio/principaleFocusNuovo.jsp?id=13&area=influenzaA&colore=2

- http://www.ministerosalute.it/influenza/influenza.jsp

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1 ottobre 2009 4 01 /10 /ottobre /2009 10:03

Dopo l'allarme lanciato da Marchionne sulla possibile chiusura di stabilimenti, il premier Berlusconi assicura:"Sugli incentivi per l'auto il governo non si tirerà indietro". Parole definite "rassicuranti" dall'ad della casa torinese. Presidio delle tute blu di Pratola Serra, nell'avellinese, che vedono a rischio i 1.800 posti di lavoro legati dallo stabilimento, senza contare l'indotto. La Cgil chiede un incontro col governo e con l'azienda affinché le scelte sugli incentivi siano vincolate alla tutela dell'occupazione e delle produzioni in Italia. Ferrero (Prc): "Sperpero di denaro pubblico"

Complice la crisi economica, il mercato dell'auto in Italia e in Europa "non è ancora in grado di reggersi sulle proprie gambe". Ecco perché è necessario mantenere gli incentivi "per l'anno prossimo e per il 2011" anche se "a calare in modo graduale". Perché "è ovvio che non si può continuare per sempre questo sistema".
Lo ha detto l'ad del gruppo Fiat Sergio Marchionne nel suo intervento all'assemblea pubblica dell'Anfia, oggi a Roma a Palazzo della Cancelleria. "Siamo disposti a lavorare con il sistema per trovare una soluzione sugli incentivi", ha detto Marchionne, definendo "incoraggianti" le aperture del premier Silvio Berlusconi sulla proroga dei sostegni per l'acquisto di auto ("Responsabilmente esamineremo la situazione: abbiamo già fatto un intervento positivo per il settore automobilistico come per quello degli elettrodomestici e al momento opportuno, mi sembra che la scadenza sia a fine anno, il Governo non si tirerà indietro" ha assicurato il premier).

"Bisogna trovare il metodo per entrare in una fase graduale di diminuzione di questi incentivi tra il 2010 e il 2011 - è la controreplica dell'ad Fiat -. Naturalmente bisogna ragionarci e vedere in che modalità farlo". Il fatto è che "un taglio netto farebbe ripiombare la domanda nel baratro con conseguenze pensantissime per il settore", ha continuato, per questo serve trovare una via d'uscita morbida dalla fase degli incentivi. Ma non solo nel Belpaese, in tutta Europa.

Secondo Marchionne la maggior parte degli eco-incentivi varati nella Ue punta a rinnovare il parco circolante riducendo le emissioni e ciò "favorisce ovviamente l'acquisto di vetture più piccole". E' quindi evidente "che gli acquisti fatti sotto la spinta degli incentivi non sono distribuiti in maniera uniforme sui segmenti - ha ribadito il top manager - ma sono concentrati su quelli più bassi. E' altrettanto evidente che senza una politica di phase-out graduale dagli incentivi saranno i modelli dei segmenti più piccoli a soffrire di più nel 2010".

Marchionne, d'altra parte, ha fatto una stima delle immatricolazioni per l'anno prossimo. E le previsioni non sono affatto rosee. "Nel 2010 - ha affermato all'assemblea dell'Anfia - la previsione più credibile per il mercato dell'auto europeo è di quasi 12,5 milioni di immatricolazioni. Significa oltre un milione di unità in meno rispetto a quest'anno". Confrontando questi dati con il 2007 "il crollo sarà superiore al 20 per cento".
Questo perché "tutti noi che operiamo nel settore sappiamo bene che gli incentivi non hanno smosso soltanto gli acquisti previsti per l'anno in corso ma hanno in parte anticipato anche quelli futuri", ha chiarito Marchionne, dunque "non è azzardato ritenere che circa mezzo milione di vetture vendute nel 2009 grazie agli incentivi siano in realtà anticipi di acquisti che si sarebbero comunque fatti negli anni successivi".
Quanto al mercato italiano, ha proseguito l'ad di Fiat, "in assenza di un'uscita graduale dalla fase degli incentivi, è ragionevole pensare che il mercato nel 2010 scenda ben al di sotto della soglia dei 2 milioni, con una perdita di circa 600 mila unità rispetto a un anno come il 2007". Riguardo all'anno in corso, Marchionne ha sostenuto che "le misure di sostegno al mercato hanno contenuto il calo delle vendite, che dovrebbero attestarsi a fine anno poco sopra quota 2 milioni di unità, cioè oltre il 6 per cento in meno rispetto al 2008".

Ma le stime non devono scoraggiare, "l'industria dell'auto è pronta ad affrontare una nuova fase", ha detto il top manager, ma "i nostri sforzi da soli non sono sufficienti. Occorre che tutti gli attori coinvolti vogliano davvero risolvere i problemi che soffocano questo settore" e "fare la loro parte". Per esempio la Ue dovrebbe "evitare il varo di norme che non produrranno altri effetti se non quello di mettere il comparto definitivamente fuori gioco", ha puntualizzato Marchionne riferendosi all'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Corea del Sud che gli Stati membri si apprestano ad approvare. Secondo il leader del Lingotto "una volta approvate queste concessioni e azzerato il dazio dell'import nell'Ue, i costruttori coreani potranno disporre di un enorme vantaggio competitivo, fino a 1.500 euro per vettura".

Ma è implicito il riferimento alla trattativa in corso con i sindacati per il rinnovo del contratto delle tute blu. Le "parti sociali" - dice l'imprenditore - "dovrebbero rendersi conto che con il conflitto a priori non si va da nessuna parte. Anzi, penso che azioni di scontro immotivate portino solo danni, perché non fanno altro che regalare occasioni d'oro alla concorrenza".

Infine il governo dovrebbe allargare la Tremonti-ter ai veicoli commerciali e industriali, che sono "in profonda crisi". Un intervento del genere, ha detto l'ad di Fiat, "sarebbe una boccata d'ossigeno non solo per l'industria del settore ma anche per centinaia di migliaia di persone che lavorano con questi mezzi: artigiani, commercianti e autotrasportatori".

Il manager ha poi portato l'attenzione sul gruppo Fiat, elencando i progetti futuri e i progetti mancati. Innanzitutto, ha dichiarato, "oggi si chiude il terzo trimestre" e "quello che posso garantire è che l'andamento economico del gruppo è perfettamente in linea con le nostre previsioni". Quanto all'alleanza con Chrysler, dopo aver ricordato che "stiamo procedendo a ritmo molto serrato per poter presentare il piano industriale a novembre", Marchionne ha ribadito "l'importanza vitale dell'operazione conclusa con il costruttore americano". Non solo infatti "ci permetterà di tornare negli Stati Uniti con il marchio Alfa Romeo e con altri prodotti di successo come la Cinquecento" e "ci darà la possibilità di rafforzare la nostra base tecnologica con l'accesso alle tecnologie dell'ibrido e dell'elettrico che Chrysler ha già pienamente sviluppato", ma soprattutto l'operazione Fiat-Chrysler "ci farà raggiungere un'adeguata massa critica per continuare a sopravvivere in un mondo che sta cambiando". L'obiettivo infatti, ha osservato Marchionne, è quello "di aumentare il numero complessivo di vetture prodotte da un singolo costruttore (circa 5,5-6 milioni) e aumentare il numero di vetture ricavate da una singola piattaforma (almeno 1 milione di auto per piattaforma)".

Nel merito delle richieste della Fiat di reiterare gli incentivi per l'auto, interviene la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso che sottolinea come "da un anno chiediamo alla Fiat di conoscere il piano industriale del gruppo e la certezza di una missione produttiva per tutti gli stabilimenti, a partire da Pomigliano e Termini Imerese, proprio per scongiurare effettivamente i problemi occupazionali". Per questo, conclude Camusso, "chiediamo che si convochi al più presto un incontro col governo e con l'azienda a Palazzo Chigi e che le scelte sugli incentivi siano vincolate alla tutela dell'occupazione e delle produzioni in Italia".

Critico anche Paolo Ferrero, segretario del Prc. "Una cosa è certa: l'idea di continuare con la politica degli incentivi vuol dire solo sperperare denaro pubblico, mentre quello che andrebbe fatto e lanciato, invece, è un grande piano di intervento pubblico sul mondo dell'automobile, a tutela dei livelli occupazionali nelle fabbriche a rischio".
"Gli incentivi promessi, tanto per cambiare, dal governo Berlusconi all'auto, e dunque alla Fiat - prosegue Ferrero -, promessi dietro la patetica scusa degli ‘stabilimenti a rischio', nascondono la solita regalìa dei governi di tutti i colori alla casa automobilistica torinese, ma nascondono anche un'amara verità: mai una volta che i soldi, sotto forma di incentivi, vengano promessi ed elargiti ai lavoratori, gli unici che rischiano davvero il loro posto di lavoro e che le automobili le producono sul serio e a costo di grandi sacrifici, a differenza di Marchione e di tutti gli industriali dell'automobile, capofila di quella Federmeccanica che rifiuta ogni trattativa con i metalmeccanici della Fiom-Cgil".

“Noi la crisi non la paghiamo!”

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Presentazione

  • : Tutti contro.......!!!! by clod
  • : La pressione dell’omologazione, l’egoismo altrui lo hanno spinto verso la più triste e irreversibile delle scelte Con lui si è chiusa l’epoca degli ideali della società nuova. Ora, in questa fase di passaggio, dove il ricordo di quegli ideali fluttua nell’aria, sta a noi restituire fiato alle travolgenti spinte del secolo scorso.
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