Inserito da Anonimo
Comitato G. Faina
Correvano come matte, in quel quartiere desolato. E le trovavano in una pozza di sangue; mettevano un asciugamano fra le loro gambe e partivano per la clinica.
Come chiedevano del primario, lui compariva in cima alle scale, alto e bellissimo nel suo camice immacolato.
Scendeva appoggiandosi alla ringhiera e guardandole con spregio:
“Ecco le troie! Si vogliono comportare come gli uomini, ed ecco i risultati! Cosa vi dobbiamo cantare ‘Lugano bella’ o ‘L’Internazionale’? Cosa ha fatto questa? Caspita, addirittura con il ferro
da calza? Scopate, scopate e poi venite da noi?”
Ma passò la “194”, le donne potevano risolvere tutto in due giorni e senza rischi.
Dentro di loro benedicevano chi aveva lottato per questo e fatto pure la galera, ma ora potevano dimostrare che la donna era libera di decidere quello che voleva fare del proprio corpo!
Comitato contro carcere e repressione “G. Faina”