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20 agosto 2009 4 20 /08 /agosto /2009 10:00

Sinovac Biotech, un azienda cinese, ha annunciato ieri 18 agosto 2009 i risultati dei test del nuovo vaccino per la febbre suina.E' la prima azienda che arriva alla conclusione delle sperimentazioni. I clinical trials hanno mostrato sugli uomini buona immunità al virus H1N1 dopo già la prima dose. I volontari che hanno partecipato ai test non hanno mostrato reazioni negative una volta inoculato il vaccino se non leggero dolore sulla parte dell'iniezione e leggera febbre, tipica reazione. I test sono stati effettuati nell' arco di circa tre settimane, dal 22 luglio al 15 agosto 2009, su 1614 partecipanti di età superiore ai 3 anni. Qui trovate il testo del comunicato stampa dell'azienda.
C' è pero scetticismo da parte di molti addetti alla sanità sulla funzionalità ed efficacia del virus. In Inghilterra un sondaggio ha rilevato che un'infermiera su tre non si vaccinerà ed anche i dottori sono dello stesso avviso. Anche gli scienziati canadesi sono scesi sul piede di guerra. Il Dr. Arthur Schafer dell' Università di Manitoba dice che si stanno effettuando test soltanto sugli effetti collaterali a breve termine dei vaccini, non quelli a lungo termine visto che non c'è il tempo materiale. Secondo molti poi il vaccino coprirà solo la prima ondata di influenza suina, è prevista una seconda ondata in pieno inverno , sarà diversa e probabilmente più forte.

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19 agosto 2009 3 19 /08 /agosto /2009 11:36

TRENTON (Stati Uniti) - Funziona il vaccino contro l'influenza A sperimentato dall'azienda statunitense Novavax. La societa' ha annunciato l'esito positivo dei test effettuati su cavie. Il gruppo farmaceutico ha pero' precisato che le procedure per l'approvazione del farmaco implicano che non potra' essere disponibile prima di due anni sul mercato Usa. Per la sperimentazione sono stati utilizzati dei furetti che secondo Novavax sono gli animali piu' vicini all'uomo per sperimentare le reazioni su questa tipologia di virus.

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17 agosto 2009 1 17 /08 /agosto /2009 18:38

Non può essere uno strumento di bassa lotta politica, come succede tutti i giorni, ma di alto impegno politico"Perché invece sui fenomeni dell'immigrazione e dell'integrazione c' è più consonanza tra centrosinistra e Chiesa? "Perché su corruzione e su evasione fiscale, anche? Perché sulla democrazia partecipata, sulla pace e sulla guerra, idem? Evidentemente c' è qualcosa che non quadra, ma soprattutto si sminuisce il valore di ogni battaglia, che sembra fatta pro voti. L'esperienza ci dimostra che tutto si muove sempre, non c' è nulla di consolidato, illuminismo e razionalismo sono superati, scienza e fede devono collaborare, ma il come è misterioso e anche esso in movimento".la morale non è questione di maggioranze, però il modo di vedere la morale dei più cambia in base agli usi e ai costumi della società. E allora? Quale la sintesi tra democrazia e morale?"

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17 agosto 2009 1 17 /08 /agosto /2009 18:26
Antonio Iavarone e Anna Lasorella hanno individuato una proteina fondamentale per lo sviluppo delle cellule adulte e per combattere il tumore al cervello

ROMA - Nel 2000 hanno lasciato l'Italia per gli Stati Uniti, in polemica con il sistema nepotista dell'università, che non permetteva loro di sviluppare adeguatamente le loro ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli Stati Uniti hanno trovato i mezzi, lo spazio, il sostegno di due prestigiose università, prima la Albert Einstein e dopo la Colombia. E adesso Antonio Iavarone e Anna Lasorella annunciano la scoperta del gene che svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle cellule staminali e che è coinvolto anche nel più aggressivo fra i tumori del cervello. Sono gli stessi ricercatori a parlare della loro scoperta in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Developmental Cell.

"Adesso - spiega Iavarone - abbiamo trovato una proteina capace di distruggere alcune delle proteine-chiave utilizzate per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione delle cellule staminali in cellule adulte". La proteina si chiama Huwe1 e la sua scoperta potrebbe in futuro portare anche a nuove terapie contro i tumori cerebrali.

"La molecola - spiegano i ricercatori - si è rivelata indispensabile per la corretta programmazione delle cellule staminali del cervello perché grazie ad essa si formano i neuroni durante lo sviluppo dell'embrione di topo. Ma abbiamo anche scoperto che la stessa proteina viene eliminata durante lo sviluppo del più maligno tumore del cervello che colpisce bambini e adulti, il glioblastoma multiforme".

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15 agosto 2009 6 15 /08 /agosto /2009 17:54

chi ancora nutriva qualche speranza sulla natura umanitaria di quest'organizzazione...Chi ancora non voleva credere sulle loro complicità criminali e razziste con quanto di peggio ci sia in Italia...Chi ancora non ha smesso di credere a Babbo Natale..ebbene oggi, questo chiunque, non può più far finta di niente, non può più mettere la testa sotto la sabbia.

La CRI è complice del vergognoso crimine che si sta perpetrando ai danni dei nostri fratelli e sorelle migrante. Un crimine razzista che sono disposti a tollerare in cambio di un tornaconto economico e di prestigio che rende ancor più squallida quest'organizzazione.

E' necessario urlarglielo in faccia: NOI SAPPIAMO CHI SIETE E COSA FATTE!

Facciamolo!Una scritta sui muri, una telefonata (800-160-666), una mail (urp@cri.it ), una lettera (http://www.cri.it/sedi/dovesiamo.php), un presidio, uno striscione su un cavalcavia o altro sono tutti modi che abbiamo per farglielo sapere. Non è molto, forse è poco, ma è necessario che sappiano! LO DEVONO SAPERE..E LO SAPRANNO!

 

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14 agosto 2009 5 14 /08 /agosto /2009 10:11

A denunciare l'episodio di razzismo un congolese impiegato
in un hotel di Latina. Ma tra chi ha sentito nessuno si fa avanti

Un cliente lo chiama "sporco negro"
l'azienda non gli crede, lui si licenzia

La direzione: è una "vicenda personale", non ci sono prove

LATINA - Un cliente dell'albergo di Latina dove lavorava come responsabile del personale lo chiama "sporco negro", la direzione dell'hotel non gli crede e si licenzia. E' accaduto sabato scorso ad un cittadino congolese di 37 anni, Ali Shadadi, in Italia dal 1997, mediatore culturale e regolarmente impiegato in un hotel del capoluogo pontino. L'uomo ha raccontato la vicenda in una intervista a www.articolo21.info.

La storia. L'uomo ha raccontato di essere stato avvicinato da un abituale cliente dell'albergo che, svegliatosi tardi, chiedeva di mangiare anche se la cucina era ormai chiusa. Di fronte al diniego il cliente ha alzato il tono della discussione: "Possibile che per mangiare io debba chiedere a te, un negro. E' per questo che l'Italia non va avanti, perché iniziano a comandare i negri". Arriva addirittura a strattonare Ali e a minacciarlo davanti al personale dell'albergo e ad altri clienti dicendogli "ho una pistola". Il cittadino congolese, impaurito e ferito nella dignità, si è rivolto alla direzione della struttura: "Questo cliente è scomodo, si può allontanare?" e si è sentito rispondere che si trattava di una "vicenda personale" della quale comunque non c'erano prove. Dopo aver denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine, non ricevendo solidarietà dai suoi datori di lavoro, ha deciso di licenziarsi: "Non si può far finta che nn sia successo niente, la dignità non si può comprare".

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14 agosto 2009 5 14 /08 /agosto /2009 10:11

Odio le banche in qualunque condizione, quando trovo impiegati insicuri che ricontrollano venti volte quello che stanno facendo e quando trovo impiegati melliflui dal sorriso fisso che sembrano nati con una mazzetta dei soldi in mano.
Odio le cabine di vetro che ti chiudono in mezzo e sei costretto ad appoggiare il dito su un sensore, mentre una voce dall'alto ti dice "appoggiare il dito sul sensore". Te lo dice una volta, due, tre. Se il sistema non riconosce le impronte la voce ti ordina di arretrare e uscire subito dalla cabina, mentre tutti guardano con ancora più sospetto del solito (difficile ma possibile).
Odio i marmi lucidati che ricordano le lapidi dei cimiteri, odio le macchinette che danno il numerino e chi ha il bancomat passa avanti a quello che non ce l'ha.
Odio le registrazioni, le richieste di dati e documenti quando entri in una banca dove non sei mai stato e perdi un'ora a compilare moduli per cambiare un assegno di 50 euri.
Odio la rispettabilità e la considerazione di cui godono bancari e banchieri, ladri travestiti da persone perbene che lavorano per un sistema indecente quasi quanto la guerra.
Odio il fatto che non vengano mai nominati ed escano puliti da ogni scandalo, scoppio di bubbone, trama sotterranea. Nel caso della INNSE è come se le banche non fossero neanche esistite, entità che si muovono nell'ombra alle spalle delle grandi immobiliari.

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12 agosto 2009 3 12 /08 /agosto /2009 09:48

NEW DELHI (India) - L'influenza suina ha provocato14 decessi in poco piu' di 24 ore in India, 2 riguardano medici venuti a contatto con pazienti contagiati. Lo stato piu' colpito e' quello della capitale, Mumbai. Molti casi sono segnalati anche a Pune, citta' industriale dove operano alcune aziende italiane.

 

12 Agosto 2009

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12 agosto 2009 3 12 /08 /agosto /2009 09:42

Leggere oggi la “Caritas in Veritate”, ultimo “parto intellettuale” di Benedetto XVI, significa leggere qualcosa di più di una semplice proposta etica, un banale programma politico, un tentativo di compendiare la dottrina sociale della Chiesa nel terzo millennio.
La più recente lettera enciclica del Sommo Pontefice rilancia schiettamente un sistema di vita, un modus vivendi et operandi, da tempo relegato nell’armadio che la distorta logica neocapitalista dell’estremizzazione del profitto ha costruito appositamente per “incatenare” tutte quelle idee che pongano l’Uomo al centro e l’economia, la politica, la tecnica al suo servizio.
Lo sviluppo integrale di tutto l’Uomo e di tutti gli uomini – sostiene il Papa – non può più essere rimandato a data da destinarsi, giacché ci troviamo in presenza di un momento cruciale della storia dell’umanità. La globalizzazione, tematica che permea l’opera, costit uisce quell’input antropologico che fa scattare la molla di un ripensamento delle odierne relazioni interpersonali, dei rapporti uomo-società/società-uomo, dei ruoli assegnati – spesso in chiave anti-umana – ad ambiti sociali quali la tecnologia, l’economia, la politica, la globalizzazione stessa.
Per cogliere appieno l’essenza filosofico-morale dell’enciclica è necessario leggere la citazione biblica che il Papa stesso riporta nella “Conclusione” della “Caritas in Veritate”: «Il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor 3, 22-23)
I versetti di cui sopra possono essere considerati l’emblema dello spirito che anima questa fatica letteraria del Vescovo di Roma: un umanesimo nuovo, che pone l’uomo al centro del mondo, nel rispetto e nella contemplazione del Creatore, non è solo possibile ma indispensabile, se si vuole davvero uscire dall’avvilente e arrogante materialismo ottuso che ha reso gli uomini ciechi e li ha portati a credere di essere autosufficienti, autodeterminanti e padroni assoluti di ciò che li circonda.
È necessario, dunque, porre fine all’illusione dell’umana onnipotenza perché «l’umanesimo che esclude Dio è un umanesimo disumano».
In quest’opera troviamo anche la classica impostazione tanto cara al Pontefice, ossia quella che vede Ragione e Fede unite in un fecondo connubio finalizzato al corretto sviluppo umano.
«Astratta dal puro fare tecnico, la ragione senza la fede è destinata a perdersi nell’illusione della propria onnipotenza. La fede senza la ragione, rischia l’estraniamento dalla vita concreta delle persone».
Benedetto XVI è riuscito nella difficile impresa, in ossequio all’assioma dell’unità inscindibile tra Fede e Ragione, di dare alle stampe un’opera che, non smarrendo mai – e come avremmo potuto dubitarne? – la strada dell’insegnamento divino, si addentra nelle più spinose tematiche, molte delle quali tuttora irrisolte, dei nostri tempi. Si parla di bioetica, vista con lo sguardo di una Persona che ha ben chiaro il valore della vita e il dovere morale di difenderla. Si parla di aborto, di dignità della persona. Si cerca di trovare una sintesi il più possibile ispirata a canoni di giustizia circa il problema della globalizzazione, la questione dell’identità smarrita, l’ambiente, il nuovo ruolo etico delle imprese nonché del consumatore, in favore del quale si teorizza la crescita delle cooperative di consumo in difesa del suo ruolo e della sua “responsabilità sociale”.
Perché «un più incisivo ruolo dei consumatori, quando non vengano manipolati essi stessi da associazioni non veramente rappresentative, è auspicabile come fattore di democrazia economica».
È un’opera che riconosce l’importanza della “Populorum progressio” di Paolo VI, ma non manca di citare Giovanni Paolo II.
Si tratta, in conclusione, di un’enciclica che col passare del tempo sarà destinata ad acquisire un ruolo di primaria importanza all’interno dei documenti concernenti la dottrina sociale della Chiesa. Non solo: questa enciclica, avendo carattere “integralmente umano”, è dunque, oltre che un pilastro intellettuale della Chiesa, anche un documento che si presta benissimo al dibattito inteso come fonte di crescita morale per tutti coloro, cristiani e non, che vorranno mettere in comunione il proprio pensiero – sia esso più o meno vicino al messaggio della “Caritas in Veritate” – con quello del Santo Padre.

Elia Pirone

 

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11 agosto 2009 2 11 /08 /agosto /2009 15:56

Grande giornata quella che offre spunti di gioia e divertimento.

Quando le menti illuminate che ci guidano mostrano di avere spessore tale da poter ribaltare il senso delle parole fino a portarci alla più profonda comprensione della Costituzione stessa.

Partiamo dalla dichiarazione di Frattini (in riferimento alla situazione in Afghanistan):

<<(...) Credo sia sbagliato adattare alla partecipazione di un contingente come quello italiano le regole del codice militare di pace, perché ci possiamo trovare in condizioni in cui questa pace non deve essere soltanto mantenuta, ma portata perché pace non c'è.>>

Quando gli viene chiesto però di adottare il "codice di guerra" risponde:

Facciamo la guerra per la pace (!!!) ma non adottiamo il codice di guerra.

Ma neanche quello militare di pace (perché noi crediamo negli ossimori).

Come ci ricorda Frattini <

Lo riscrivo: << ANCHE CON VERE AZIONI MILITARI>>.

Beh, io un codice per quel tipo di azioni lo avrei e potreste chiamarlo, tanto per dire, "codice di guerra"!!!

Così, giusto per fare un esempio.

Magari si potrebbe provare vergogna a dirlo.

Ma sarebbe, mi rendo conto dell'ardire, sarebbe forse più onesto.

Se non va bene così abbiamo dunque un nuovo codice: il codice di parra (pace/guerra).

La scelta di un simile nome è un suggerimento personale che auspico il ministro possa cogliere.

Questo protocollo ci permetterebbe di lanciare bombe sui villaggi sapendo che portiamo la pace.

Sono in tanti a piccarsi di saper distinguere tra peacemaker e peacekeeper.

E noi chi siamo per tirarci indietro?

Insomma.

Pacifisti no (non scherziamo, dai).

Pacificatori si.

I pacificatori possono usare il "Codice di Parra"

Ma come si fa a introdurre il nuovo codice senza una legge costituzionale?

«L'articolo 11 possiamo interpretarlo, quindi né cambiarlo né integrarlo.>>

Doppio salto mortale carpiato.

Il meglio dunque Frattini lo concede elaborando alcuni concetti legati all'articolo 11 della Costituzione (direbbero i saggi -idee poche ma confuse-):

<< Dovremmo interpretare quel rifiuto alla guerra includendo anche le azioni propedeutiche al creare la pace>>

Fortunatamente con il passare degli anni ci siamo dati una svegliata infatti:

Appunto.

In fondo parlando di eventuali azioni militari ci viene detto che <

E con questo non resta da aggiungere molto.

Sarebbe superfluo parlare di giustizia e legalità internazionale.

Quasi pleonastico visto che discutiamo dell'Afghanistan.

Nell'intervista in questione infatti tali parole non fanno capolino neanche per sbaglio.

Perché per Frattini è tempo di dire "basta alle ipocrisie".

http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_11/frattini_missione_afghanistan...

Tranquillizziamoci però: il lucido e graffiante approccio offerto da Frattini all'interpretazione della Costituzione trova comunque delle ottime spalle.

Non parlo di La Russa, sarebbe troppo facile.

Faccio riferimento ai "fanti" del PD .

Roberta Pinotti, responsabile del Pd per la Difesa:

«Sulle missioni militari internazionali, La Russa ha ragione. Il codice di pace non basta più»

http://www.corriere.it/politica/09_agosto_11/codice_missioni_pd_la_russa...

Come se il Corriere della Sera non fosse stato abbastanza chiaro ci pensa l'editoriale di Venturini a rassicurarci su alcuni concetti:

La costituzione?

Il nostro eroe liquida il dubbio costituzionale esplorando i meandri della lingua italiana con un concetto difficilmente attaccabile: <

Beh, spiegata così la questione effettivamente non si pone.

In realtà sarebbe un ottimo approccio anche per dirimere tutti i dubbi costituzionali degli ultimi mesi.

Non è incostituzionale perché....OVVIAMENTE NON E' INCOSTITUZIONALE.

Chapeau!

http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_11/missione_militari_italiani_ve...

Allora vediamo 'sto benedetto articolo che tanti problemi ci "procura" (Frattini apprezzerà lo sforzo di utilizzare parole che possano avere più significati)

Articolo 11 della Costituzione:

Cosa potrebbe sfuggire in tutto questo?

Il verbo ripudiare è troppo forte?

Me ne rendo conto.

Proviamo ad utilizzare la parola "gradisce".

Ancora troppo forte?

Perché non... <.

No, ancora no.

Direi che sia troppo vincolante.

Così mi suona credibile.

Dovrebbe piacere a Frattini.

Potremmo chiudere comunque l'articolo con un generico "viva la pace!" che rammenti al mondo che gli italiani sono brava gente.

Inoltre, visto che ci siamo, potremmo fare qualche ritocco.

Prendiamo l'articolo 7.

Indipendenti?

Perché?

Sono amici.

Suona meglio no?

< sarebbe altrettanto valido.

Ma la mia preferita è questa.

Articolo 10:

Si, certo, capisco... il diritto d'asilo.

Io questo non lo interpreterei troppo.

Costituzione Ver. 2.0

Proviamo così:

http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html

E' tempo di finirla con le facezie:

Il rapporto stato/chiesa, il diritto d'asilo, il ripudio della guerra, i diritti inviolabili dell'uomo, il diritto al lavoro.

Comunque vada la Costituzione è stata calpestata talmente tante volte negli ultimi anni da aver assunto la connotazione di un tappetino sporco di escrementi.

E la voglia di ridere mi è passata da un pezzo.

Un testo di importanza fondamentale, motivo di vanto per un popolo e invidia di molti governi: ecco cos'è la costituzione.

Ma è soprattutto un testo che mira non tanto all'impossibile quanto semplicemente al giusto.

La giustizia. E' di questo si parla. E non solo quella nei tribunali.

Basta questa ragione, ad alcuni, per interpretarla.

Fino a quando non sarà davvero possibile liberarsene.

autore:

Fabio Sallustro

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Presentazione

  • : Tutti contro.......!!!! by clod
  • : La pressione dell’omologazione, l’egoismo altrui lo hanno spinto verso la più triste e irreversibile delle scelte Con lui si è chiusa l’epoca degli ideali della società nuova. Ora, in questa fase di passaggio, dove il ricordo di quegli ideali fluttua nell’aria, sta a noi restituire fiato alle travolgenti spinte del secolo scorso.
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