Quattro parlamentari sono indagati dalla Procura di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sul "tesoro" di Vito Ciancimino, ex sindaco morto nel 2002 dopo essere stato condannato per mafia. Lo scrive oggi il "Corriere della Sera". Coinvolti nell'inchiesta il senatore del Pdl Carlo Vizzini della commissione Antimafia, i senatori dell'Udc Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintole, e il deputato dell'Udc e segretario regionale del parito in Sicilia, Saverio Romano. L'ipotesi di reato nei loro confronti è di concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra, e scaturisce da dichiarazioni di Massimo Ciancimo, figlio di Vito, imputato di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni, che da qualche mese rende dichiarazioni ai pm palermitani Antonio Ingroia e Nino Di Matteo.
"Ho la serenità di chi sa di essere estraneo ad ipotesi di reato e di potere compiutamente rispondere ai magistrati». Lo dice il senatore Vizzini che annuncia le sue dimissioni dalla commissione parlamentare antimafia. «Adesso si potrà fare luce sulle verità - aggiunge il parlamentare - mettendo fine al lungo e spesso velenoso chiacchiericcio che negli ultimi mesi mi ha accompagnato». «Ho già detto e non ripeto quali sono stati i miei rapporti e quali le persone mai conosciute - osserva - anche presentando formale denuncia. Vivo, tuttavia, l'amarezza di trovarmi in questa condizione dopo avere contrastato con forza la mafia, i mafiosi ed i comitati d'affari». «Ma proprio per questo devo essere rigoroso e coerente con me stesso - aggiunge - e dunque ho immediatamente rassegnato le mie dimissioni dalla commissione parlamentare Antimafia - riservandomi di assumere altre decisioni dopo che sarò stato sentito dai magistrati». «Ho sempre messo nel conto che la lotta alla mafia avrebbe scatenato risentimenti gravi - conclude Vizzini - di cui ho avuto percezione anche di recente, ma sono certo che c'è una
sede nella quale si può essere tutelati dalla infamia ed a questa adesso mi affido».
11 giugno 2009 L’UNITA’