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23 giugno 2009 2 23 /06 /giugno /2009 16:53
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22 giugno 2009 1 22 /06 /giugno /2009 18:02

di Donato De Sena

 

postato alle 14:49 del 22 giugno 2009 in Interni 

Le urne sono chiuse, les jeux sont fait: live spogli, exit poll e risultati della seconda tornata elettorale.  Tra quorum e scandali al sole, la risposta dell’elettorato tentato dal mare, malgrado il tempo

16.14 – Bocchino gode, Calderoli esulta. “Pensare ora a caldo di mettere mano alla legge elettorale sarebbe un errore. Per fortuna i fatti della politica risolvono i problemi più velocemente e ora abbiamo comunque un bipartitismo forte”. Così il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, secondo cui “l’attuale legge elettorale esce rafforzata” dalle urne.”Messa come l’avevano messa, il risultato del referendum è una vittoria della Lega”: lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. “Per come era stato fatto – ha aggiunto – questo referendum era stato concepito per cercare di distruggere la Lega”.

17.43 – Quando mancano meno di 100 Comuni all’appello possiamo definire quasi definitivi i dati sull’affluenza per quanto riguarda i referendum: quesito 1 22,60%; quesito 2 22,49%, quesito 3 22,97%. i No si attestano nell’ordine del 20% nel caso dei primi due quesiti (20,4% e 20,22%), del 10,45% nel terzo caso. A Parma, Ferrara, Grosseto e Arezzo il centrosinistra è saldamente in vantaggio, ma dopo le prime 5 sezioni scrutinate è sotto a Rimini, dove 5 anni fa aveva vinto con oltre il 58% di consensi. Lombardi del centrodestra è al 51,9% contro il 48,1% di Stefano Vitali. Brutte notizia dalla Puglia per il centrosinistra: dai primi dati comunicati dal Viminale sono in vantaggio i candidati del centrodestra. Nel 2004 si affermatono in tutti e tre i casi i candidati del centrosinistra.

17.26 – Al Comune di Firenze ottime notizie per il candidato del Pd Matteo Renzi. Dopo le prime 7 sezioni scritinate è al 57% contro il candidato del centrodestra Giovanni Galli. A Torino è testa a testa per la Provincia dopo le prima 24 sezioni scrutinate: il candidato del centrosinista è sempre in vantaggio, ma di poco. Antonino Saitta è al 50,5%, Claudia Porchietto per il centrodestra al 49,5%. *Per la Provincia di Savona centrodestra in vantaggio dopo le prime 13 sezioni scrutinate: Angelo Vaccarezza al 54,3% contro il 45,7% del candidato del centrosinistra Michele Boffa.

17.18 – Finalmente qualcuno si fa vivo dalle parti del Pd. Walter Verini: “Non si poteva sperare nel quorum, Non c’è stato l’election day. Non si è parlato di questi temi. Ci può essere ora il rischio che la legge elettorale non venga più modificata. Noi riteniamo una modifica necessaria per rafforzare il bipolarismo e per evitare che i candidati vegano scelti dalle segreterie”. 14 sezioni scritinate a Torino per le Provinciali: centrosinistra in vantaggio sul centrodestra. Antonino Saitta è al 54,9%, Claudia Porchietto al 45,1. A Ferrara Marcella Zappaterra del centrosinistra al 55,55%, Mauro Malaguti fermo al 44,44% dopo lo spoglio delle prime 21 sezioni. Il Pd, come facilmente pronosticabile, tiene nelle regioni rosse. A Grosseto, per la Provincia, Gestri del centrosinistra è al 57,7%, Atticci del centrodestra è al 42,3% dopo lo scrutinio delle prime 5 sezioni.

17.08 – Le lagne degli sconfitti. Dal Comitato del Sì De Giorgi lamenta la scarsa informazione sui quesiti e non solo: “E’ la prima volta che si vota il primo giorno d’estate”. Esultano i Socialisti, Ferrero e Casini. Cesa al Tg1: “Dalle urne esce un no al sistema bipartitico. Il referendum fallito nonostanti i due mega partiti abbiano spinto per questi quesiti. Rivisitare l’istituto al referendum innalzando la soglia di firme necessarie”. Calderoli: “Prima le riforme e poi la modifica della legge elettorale”. Verdini, coordinatore del Pdl, commenta: “L’interesse è stato basso così come la maggior parte dei referendum. Non capisco chi soffre e chi gioisce. L’istituto va modificato”

17.00 – Dopo lo spoglio delle prime 6 sezioni a Torino il canddato del centrosinistra Saitta è in vantaggio (55,2%) sulla candidata del centrodestra Porchietto (44,8%). Sempre per il referendum, il 22,1% ha votato per il terzo quesito, il più gettonato. Siamo comunque a un quinto delle sezioni. A Grosseto dopo le prime sezioni è in vantaggio il centrosinistra (Marras) col 59% dei consensi su Antichi del centrodestra (41%).

16.51 – Dato quasi definitivo del referendum al 21%. Confermate le percentuali del sì (80, 80 e 89%) per i tre quesiti. Dalla sede del PD nessun commento, però qualcuno è in cerca di corda e lampione. Cesa dell’Udc: “Risultato scontato. Rivedere la legge elettorale con le preferenze. 500.000 firme sono poche. L’elettore deve avere la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti”. Capezzone, Pdl: “La preoccupazione va all’istituto referendario che rischia di essere molto e sepolto. Va rinnovato”.

16.34 – Con i dati della prima sezione inizia lo spoglio della Provincia di Torino. Prime 5 sezioni della Provincia di Ferrara: testa a testa tra centrodestra (Malaguti 48,88%) e centrosinistra (Zappaterra 51,11%). Ferrero, segretario di Rifondazione, su Sky Tg24 gode come un animale. E si capisce: è la prima elezione che vince.  Si comincia lo spoglio anche a Parma. Per la Provincia centrosinistra al 56,6%, centrodestra al 43,4% dopo lo scrutinio delle prime 3 sezioni. Mancano poche decine di Comuni all’appello sull’affluenza dei Referendum: per rispondere ai tre quesiti sulla legge elettorale si son recati alle urne il 21% degli elettori (dati quasi definitivi). Quesito n.1: 21,08%; quesito n.2: 21,01%; quesito n.3: 21,46%

16.27 - Tabacci dell’Udc: “Risultato netto. Da un lato berlusconi, dall’altro Fraceschini si erano espressi come Fini a favore del referendum. Era un referendum irragionevole. Questo schema del bipartitismo di Segni Ceccanti e Guzzetta non regge. Non mi sembra che questo sia l’assetto politico che gli italiani prediligono”.

16.20 - Anche La Russa dice che bisogna alzare le firme e abolire il quorum, ed elogia la legge elettorale che ha ridotto il numero di partiti in parlamento. Dati del Viminale sul Referendum. I “No” si attestano nell’ordine del 20% per i primi 2 quesiti referendari e nell’ordine del 10% nel terzo caso. Quesito n1: 3.472 sezioni su 61.428 Favorevoli 80,50%, Contrari 19,50%. Quesito n.2: 2.358 sezioni su 61.428 Favorevoli 80,61% Contrari 19,39%. Quesito n.3: 1.809 sezioni su 61.428 Favorevoli 90,12% Contrari 9,88%.

16.18 – L’affluenza per il referendum si attesta poco sopra il 20%, un risultato comunque deludente. Capezzone a Repubblica Tv propone di innalzare il numero di firme necessarie per il referendum e abolire il quorum per salvare l’istituto del referendum. Paola Saluzzi su Sky Tg 24 è molto sexy mentre annuncia Ignazio La Russa. Fini: “Referendum troppo tecnico”.

16.14 - Bocchino gode, Calderoli esulta. “Pensare ora a caldo di mettere mano alla legge elettorale sarebbe un errore. Per fortuna i fatti della politica risolvono i problemi più velocemente e ora abbiamo comunque un bipartitismo forte”. Così il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, secondo cui “l’attuale legge elettorale esce rafforzata” dalle urne.”Messa come l’avevano messa, il risultato del referendum è una vittoria della Lega”: lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. “Per come era stato fatto – ha aggiunto – questo referendum era stato concepito per cercare di distruggere la Lega”.

15.22 – Quagliarello, il teocon del Pdl, sfotte i dietrologi. “A me pare scontato questo tipo di affluenza alle urne, dopo che si è fatto l’impossibile per far saltare il quorum. Si è cambiata la legge per spostare la data al 21 di giugno, non c’è stata praticamente campagna elettorale, del dibattito televisivo non parliamo nemmeno. Come si pretendeva che la gente si appassionasse al referendum”. Questo il commento di Emma Bonino. Se becca quel cretino che ha chiesto referendum su qualsiasi cosa, causando in parte la disaffezione, lo gonfia di botte. Ceccanti del Pd a Repubblica Tv: “Se si fosse svolto durante il governo Prodi il raggiungimento del quorum non sarebbe stato impossibile”. Con la legge del se… E propone di abbassare il quorum al 50% + 1 dei votanti rispetto a quelli che si sono recati alle urne alle elezioni politiche precedenti.

15.15 - “Quello del referendum è un fallimento annunciato”, dicono a Sky Tg24. Il dato dell’affluenza segnala anche una disaffezione nei confronti della politica. Il prof. Buttiglione gliene dice quattro: “PD e PDL non sono riusciti a portare al voto i propri elettori. Questo tema la maggioranza degli italiani non lo ha sentito, è questa la verità. Gli italiani non si fidano di mettere tutto il potere nel mano di un partito solo”. A noi ce piace variegato. I dati non definitivi sull’affluenza (5/600 sezioni su 8100) sono ancora più negativi nel secondo aggiornamento: Quesito 1 15,04%, Quesito 2 14,96%, Quesito 3 15,31%.

15.11 – Si attende di sapere se i dati poco gratificanti per il Pd e la sua coalizione saranno riconfermati. A parte la provincia di Pesaro Urbino, il centrosinistra è riuscito ad imporsi al primo turno solo nelle regioni rosse (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Basilicata). Il bilancio è di 23 a 14, per ora (a favore del centrodestra). L’affluenza alle ore 15 (dati non definitivi) per il referendum è al 15%! Un disastro

15.05 - Dice Ludovica nei commenti: “ Il referendum non esiste (asd). Ci sarebbe ora da fare un ragionamento serio su quali siano i motivi per i quali gli italici votanti abbiamo svotato. Non e’ un problema di semplice astensionismo, infatti, o di chiappe di piombo finesettimanali. Ai ballotaggi a votare infatti ce s’e’ annati. Non tantissimi, magati, ma sempre piu’ matite se so’ apposte rispetto a quelle referendarie. Dunque, perche’? Confusione? Protesta? Incapacita’ critica? Cos’altro? ”. Forse, che ne sai, agli italiani non piaceva la nuova legge elettorale. Sempre se sanno cos’è.

15.00 - Urne chiuse. Su SkyTg24 sono andati dal comitato Batti il Referendum, dove evidente amano vincere facile. Le provinciali di Milano sono importanti per il centrosinistra, che aveva da confermare Penati contro Guido Podestà. Dieci punti percentuali al primo turno, lo spareggio sarà sul filo di lana.

14.58 - Le cose stanno andando un po’ meglio per quanto riguarda i ballottaggi di comuni e province. C’è, come fisiologico, un deciso calo rispetto al primo turno, ma siamo nella media. Per i comuni, alle 22, l’affluenza è stata del 44,94% (45,87% alla stessa ora al primo turno), per le province siamo intorno al 31,94% contro il 56,84% del primo turno alla stessa ora. Ecco le affluenze nelle maggiori province paragonate alla stessa ora del primo turno: Torino (27,5% contro il 58%), Milano 33,9% (60,1%), Venezia 32,2% (57,3%), Lecce 29,3% (51,8%). Ed ecco i maggiori comuni: Bologna 47,4% (66,4%), Firenze 44,1% (63,1%), Bari 39,5% (60,3%), Padova 48,4% (63%).

14.44 – Quorum addio, a meno di miracoli. I tre referendum elettorali proposti dal professor Guzzetta e appoggiati tra gli altri anche dal Partito Democratico e, tiepidamente, da Berlusconi, alle 22 di ieri aveva votato il 16% degli elettori. E’ il primo dato politico incontrovertibile di questa tornata elettorale del 2009: senza i partiti, anche quelli piccoli, in Italia non si va da nessuna parte

 

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22 giugno 2009 1 22 /06 /giugno /2009 14:41

Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’ Alia (UDC), è stato introdotto l’articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’ apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico. Fate girare questa notizia il più possibile. E’ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E’ in gioco davvero la democrazia!!!

 

Postato da Enrico Di Giacomo

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22 giugno 2009 1 22 /06 /giugno /2009 14:18

L'Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro. Lo ha reso noto oggi Eurostat in base al confronto effettuato sui dati relativi al 2007.

Secondo Eurostat nel Belpaese le tasse e i contributi sociali rappresentano il 44% contro il 34,4% della media comunitaria (34,3 nella zona euro). I livelli più bassi spettano a Malta (20,1%), Cipro (24%) e Irlanda (25,7%), mentre i più dati alti, dopo quelli italiani, si trovano in Svezia (43,1%) e Belgio (42,3 per cento).

Nel complesso, la pressione fiscale in Italia nel 2007 ha raggiunto il 43,3%, in aumento rispetto al 42,1% del 2006, e contro una media europea del 39,8% e del 40,4 dei Paesi della zona euro.

Per quanto riguarda le imposte sulle società, sono attestate nel 2009 al 31,4%, una percentuale stabile rispetto al 2008, ma in calo rispetto al 2000 di 9,9 punti percentuali. Si tratta del quarto livello di tassazione più elevato nella Ue dopo Malta (35%), Belgio (34%) e Francia
(34,4 per cento).

22 giugno 2009 dal sole 24ore

 

LE TASSE NON DOVEVANO CALARE???????????????????????

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18 giugno 2009 4 18 /06 /giugno /2009 09:30

Ottocentocinquantamila dollari. È questa la cifra pagata da un grande investitore, ovviamente anonimo, che ha comprato 20mila opzioni call luglio del Vix, l'indice che determina la volatilità dei mercati, scommettendo che questo salirà e raggiungerà in meno di un mese quota 45,42 dall'attuale quota 30.

Insomma, si scommette sul crollo dei mercati a breve. Luglio appunto, la terza ondata che ilsussidiario.net aveva preventivato e annunciato oltre un mese fa. Il Vix non tocca quella quota dal 21 aprile, data in cui molti esperti erano certi si stesse chiudendo il periodo d'emergenza e la ripresa fosse dietro l'angolo. La scommessa dell'intrepido trader è stata fatta giovedì scorso, segnale che o la sera del mercoledì aveva bevuto troppo oppure è certo che qualcosa sta per accadere in tempi molto ristretti: 850mila dollari non sono tutti i soldi del mondo ma anche buttarli via in una scommessa persa in partenza non è divertente. Non a caso, poi, lunedì i mercati sono crollati sotto il peso del rafforzamento del dollaro e del rallentamento dell'attività manifatturiera Usa in giugno.

Purtroppo, come annunciato l'altro giorno dal redivivo Trichet, «il peggio potrebbe essere davanti a noi e non alle nostre spalle». D'altronde, mister ottimismo a oltranza non aveva particolari possibilità di evitare il duro scontro con la realtà, visto che parlava a margine della presentazione del Financial Stability Report della Bce e che questo diceva chiaro e tondo che «entro la fine dell'anno la Banca Centrale europea si attende svalutazioni per 283 miliardi di dollari da parte delle banche continentali».

Insomma, il bagno di sangue prosegue in attesa che gli stress test promessi da Basilea per il mese di settembre ci dicano la verità sullo stato di salute degli istituti di credito. «I politici e i soggetti che partecipano alle attività di mercato dovranno essere particolarmente attenti nel prossimo periodo, visto che il ciclo del credito non ha affatto raggiunto un punto di svolta», metteva in guardia il report. Che proseguiva: «Il deterioramento delle condizioni macro-finanziarie sta continuando a testare il potenziale di assorbimento dello shock nell'area finanziaria dell'euro. E, partendo da questo presupposto, occorre ammettere che le prospettive per un cambio di direzione non sono affatto promettenti».

E, in effetti, nel silenzio generale lunedì Moody's ha deciso il downgrade di 25 banche spagnole per rischi di default rispetto alle riserve: altro che Core Tier 1, siamo alla bancarotta generalizzata. Questo il giudizio di Moody's che ha accompagnato la decisione: «Le garanzie ulteriori che le banche Ue negli anni hanno creato al fine di evitare tale rischio sono diventate con il tempo sempre più labili e sottili. Se non ci saranno interventi di parti terze - proprietari o più probabilmente governi - alcune banche andranno in default a causa dell'incapacità di coprire le negatività contenute nei propri assets rispetto alle riserve». E, inutile dirlo, l'atteggiamento completamente irresponsabile delle banche Ue ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione di questi presupposti devastanti.
v Per Hans Redeker, capo del dipartimento currency di Bnp Paribas, gli istituti europei hanno perso colpevolmente l'occasione di aumentare le loro riserve di capitale durante il mercato rialzista di marzo, quello che ha fatto la fortuna di molti e che invece ora vede i fondi speculativi lanciarsi nelle prese di beneficio sulle commodities per garantirsi un po' di cash (la caduta del petrolio di 2 dollari al barile lunedì parla questa lingua): «Le banche statunitensi hanno racimolato 85 miliardi di dollari di capitale fresco dagli stress test in poi, quelle europee solo 7,5. Oltre ad essere un risultato disarmante, questo può influire negativamente anche sull'atteggiamento degli investitori che rischiano di perdere completamente la fiducia nel management degli istituti europei».

Tornando al report della Bce, le prospettive sono quelle di perdite per 649 miliardi di dollari entro la fine del 2010. «C'è il rischio di una spirale ribassista, dovuta anche ai rischi che giungono dal sistema bancario dell'Est Europa. Il rischio è che la regolamentazione di alcune nazioni garantisca alle banche la possibilità di “under-reporting”, una manipolazione al ribasso delle reali entità di perdita. Quindi, dobbiamo ammettere che esiste il rischio di un possibile errore di valutazione, al rialzo, anche delle nostre stime». Come dire, la Bce sa benissimo che le banche europee mentono sui conti e mette le mani avanti.

Siamo davvero messi bene, conviene allacciare le cinture di sicurezza. Soprattutto quando in apertura del vertice Bric - Brasile, India, Cina e Russia - il presidente russo auspica una nuova valuta per le riserve mondiali, ovvero l'abbandono del dollaro e la creazione di un nuovo equilibrio: quasi certamente creata sull'indicizzazione delle commodities, chiave del potere per i paesi emergenti. Occhi aperti.

di Mauro Bottarelli

 

Non se parla più..................ma è li sulla nostra spalla.........come una iena che.......???????

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16 giugno 2009 2 16 /06 /giugno /2009 09:44

ROMA - Pochi stakanovisti e un esercito di "fannulloni", direbbe Brunetta. Che stanno soprattutto a destra. Per non dire che con le pagelle scolastiche reintrodotte dalla Gelmini (da 0 a 10), solo il 2,6% dei parlamentari (16 deputati e 8 senatori per la precisione) sarebbero promossi al secondo anno di legislatura.

Il primo anno si archivia così, con insufficienze a go-go: poco presenti, poco attivi, poco propositivi. Con gli onorevoli di opposizione a salvare la faccia. Le donne, come sempre, meglio degli uomini. E col dato più avvilente a fare da sfondo: un Parlamento ormai in ginocchio, ridotto a ratificare decisioni già adottate a Palazzo Chigi: in un anno, 61 ddl presentati dall'esecutivo trasformati in legge (90%), a fronte dei soli 7 di iniziativa parlamentare (10%).

La fotografia dei primi dodici mesi di vita delle Camere l'ha scattata l'"Osservatorio" composto da Cittadinanzattiva (movimento che dal '78 promuove i diritti dei cittadini e dei consumatori), Controllo cittadino e Openpolis. Le 32 pagine del rapporto 2008-2009 sulle attività parlamentari - che sarà presentato oggi - misurano con grafici e classifiche l'efficienza di gruppi e singoli. Un "indice di attività" elaborato in base a una serie di parametri: quante volte ogni parlamentare è stato primo firmatario o cofirmatario di un atto legislativo o ispettivo, quante volte relatore di un progetto di legge, quante volte è intervenuto in aula o in commissione, quante volte presente alle votazioni. Cosa si scopre? "Emerge molto chiaramente che i deputati dell'Italia dei valori sono i più attivi tra tutti i gruppi presenti alla Camera", su una scala da 0 a 10, la loro media di attività si attesterebbe attorno al 3,57. Sotto la sufficienza, ma meglio degli altri. Seguiti dal gruppo della Lega (2,67) e dal Pd (2,65).

Stesso discorso al Senato, anche lì in testa i dipietristi, seguiti però da Udc e Pd. In entrambi i rami del Parlamento, il principale gruppo di maggioranza, il Pdl, ha raccolto il grado di efficienza più basso, ultimo alla Camera (2,01) e penultimo (seguito dal solo misto) al Senato (0,67). Quozienti che si invertono, ed è facile immaginare il perché, se si passano ai raggi x le presenze in occasione delle votazioni: essendo la gran parte dei ddl di origine governativa, ecco che i deputati del Pdl sono risultati presenti all'83% delle votazioni, i leghisti all'86, i democratici all'81. Le donne hanno un indice di attività medio di 2,7, mentre gli uomini si fermano al 2,2. Tra le senatrici e i senatori "la differenza è ancora più marcata: le prime hanno un indice di attività di oltre 3 punti, mentre i senatori sono al 2". Stesso discorso per le presenze.

E come alla fine di ogni anno scolastico che si rispetti, Cittadinanzattiva ha affisso i quadri con promossi e bocciati. Classifiche elaborate, anche queste, sulla base di quei criteri (presenze, firme agli atti, interventi, votazioni). Ed ecco allora la pidiellina Angela Napoli in testa ai virtuosi, affiancata dalla senatrice radicale-Pd Donatella Poretti (entrambe con un bel 10 per indici di attività). Maglia nera tra i "bocciati", invece, al coordinatore del Pdl Denis Verdini alla Camera e al senatore (anche lui pdl) Marcello Pera, che di Palazzo Madama è stato presidente. "È la prima volta che i cittadini accendono un faro sui lavori del Parlamento, basato su dati incontrovertibili e pubblici - spiega Antonio Gaudioso di Cittadinanzattiva - . È giunto il momento che gli elettori si assumano la responsabilità di verificare le attività delle istituzioni, tanto più utile nel momento in cui viene a mancare il rapporto diretto con gli eletti, ormai semplici nominati".

 

di CARMELO LOPAPA
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16 giugno 2009 2 16 /06 /giugno /2009 09:35

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha scoperto il raffinato e temibile piano elaborato dal pericoloso Massimo D’Alema e dalle nuove, inarrestabili, Brigate Rosse.

Il progetto eversivo è molto semplice e solo l’ottusità di certa sinistra e dei suoi giornali, sempre impegnati nella diffamazione del premier a mezzo gossip, poteva far sperare che non venisse scoperto dal brillante ministro in camicia verde che vigila sulla nostra sicurezza: mentre il paese è in preda alla crisi economica e il presidente del Consiglio è impegnato a riguardare l’album delle foto scattate in Sardegna, proditoriamente Massimo D’Alema lancia il segnale per il colpo di Stato, annunciando delle scosse che - tradotto dal linguaggio in codice del provocatore- sarebbero le azioni delle nuove Brigate Rosse. Il gruppo di brigatisti della terza età, armato fino ai denti di mitragliette arrugginite, rappresenta quindi soltanto la falange avanzata di un golpe imminente ordito dal comunista D’Alema.

Per non essere da meno dei colleghi del Giornale, dalla redazione di Libero si rilancia: anche i Pubblici ministeri fanno parte del Piano e sono loro i suggeritori occulti di D’Alema.

Fate attenzione quindi, il colpo di Stato è imminente…

pubblicato da marco paganini

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15 giugno 2009 1 15 /06 /giugno /2009 11:13

Posted (soloparolesparse) on 15-06-2009

 

Ritengo che lo spazio dedicato ai referendum da giornali e (soprattutto) televisioni sia decisamente insufficiente.
Ritengo anche che il referendum sia uno strumento ancora importante nelle mani del cittadino elettore, forse il mezzo più diretto per far esprimere direttamente il nostro pensiero in maniera decisionale.

Come sapete (spero) il referendum in Italia può essere solo abrogativo. Il che vuol dire che la domanda è sempre una cosa del tipo “vuoi cancellare questa norma, questo articolo, questa parte di legge?”

Sono consapevole che buona parte del Paese è invece poco interessata alla questione, da tempo immemorabile non si raggiunge il quorum ad una qualunque consultazione referendaria e le prospettive per domenica (e lunedì) prossima non sono entusiasmanti.
Mi piacerebbe che anche chi è intenzionato a votare NO a tutti e tre i quesiti si presentasse al seggio per ritirare la scheda e rendere valido il referendum. Mi piacerebbe insomma che questa volta la consultazione fosse almeno valida. Così… giusto per non perdere uno strumento importante…

Per i motivi di mancata informazione suddetti (che non vado ad approfondire) provo a riassumere qui quali sono i quesiti in gioco.

Referendum numero 1 - abolizione del premio di maggioranza alla coalizione per la Camera dei Deputati.

In questo momento la coalizione che conquista più voti ottiene anche il premio di maggioranza conquistando ulteriori seggi.
Se passa il SI il premio di maggioranza non sarà più assegnato alla coalizione vincente ma direttamente al partito più votato. Questo permetterebbe al partito vincente di aumentare ancora di più la propria forza, preoccupandosi meno della  coalizione.

Io voterò NO a questo quesito perchè mi sembra che il sistema bipolare in questo Paese non sia stato recepito granchè (come dimostrano anche i risultati delle europee). Io ho sempre avuto i miei dubbi sul sistema ed in questo momento i dubbi sono in crescita. La sola idea che un solo partito (PDL?) possa raggiungere un numero di seggi tale da poter fare un po’ quello che vuole mi terrorizza.
Ritengo che lo scontro politico, lo scambio, la discussione in aula siano alla base della democrazia.

Referendum numero 2 - abolizione del premio di maggioranza alla coalizione per il Senato della Repubblica.

Tutto come sopra ma riferito al Senato.

E come per il precedente, e per gli stessi motivi, voterò NO.

Referendum numero 3 - abolizione della possibilità di candidarsi in più collegi.

In questo momento è possibile candidare lo stesso personaggio in più collegi sparsi per il Paese. Questa pratica permette di candidare ovunque i nomi più forti (i segretari dei partiti), i quali devono poi rinunciare in tutti i collegi tranne uno. Nei collegi in cui hanno rinunciato vengono eletti il secondo, il terzo e così via. Candidati che probabilmente da soli non sarebbero stati eletti.
In questo modo i partiti decidono a prescindere chi saranno i propri eletti ed il nostro voto perde fortemente di valore.
Questo sistema ha portato al caso estremo nelle ultime elezioni europee in cui Silvio Berlusconi era candidato in quasi tutti i collegi, ha vinto in buona parte di questi e rinuncerà all’elezione in tutti quanti i collegi.
Un paio di milioni di voti (mi sembra sia questo il totale dei voti che ha raccimolato) sono andati ad una persona che in nessun modo avrebbe potuto essere eletta e diventare rappresentante al parlamento Europeo. In pratica due milioni di persone hanno votato un candidato che non verrà eletto… hanno buttato via il proprio voto.
Se passa il SI, ogni candidato potrà presentarsi in un solo collegio. I cittadini avranno la garanzia di votare esattamente la persona che li rappresenterà. In pratica si tornerà ad eleggere direttamente ogni singolo deputato e senatore.

Risulta evidente che voterò SI a questo quesito.

(I link dei tre quesiti sono presi dal sito del comitato promotore del referendum)

Grazie a paolone78
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13 giugno 2009 6 13 /06 /giugno /2009 12:40
El Giramundo Blog

Eccolo, come lo dipingono, lo raccontano all’estero…

Gli unici che dovremmo avere una immagine sobria, onesta, fiera del capo del governo dovremmo essere noi SUDDITI.

Eh, no…

Qua non ci si piega a novanta gradi al cospetto di nessuno, signor Presidente del Consiglio…

Potrà far sparire i video, le foto, potremmo anche misteriosamente ritrovarci con il Flash Player non funzionante o mancante di aggiornamenti…

Ovvieremo ai disguidi…

Reinstalleremo, ripubblicheremo…

E ora..guardatelo…

Guardatelo

Leggete cosa scrivono in Spagna e in Inghilterra…

NON E’ REATO!

www.eljueves.es

ESTRATTO DI SILVIO FAI PENA. ADESSO VATTENE.

ARTICOLO DI SOCIETÀ CULTURA E RELIGIONE, PUBBLICATO DOMENICA 7 GIUGNO 2009 IN GRAN BRETAGNA.

[THE GUARDIAN]

 

Per motivi legali, l’Observer non vi può far vedere le fotografie scattate durante una festa tenuta dal Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, all’ormai famosa Villa Certosa in Sardegna. Ora vi darò un momento per rendervi conto della vostra fortuna.

Le foto, apparse sul quotidiano spagnolo El Pais, a quanto pare ritraggono una festa per una delegazione della Repubblica Ceca a cui partecipano Berlusconi, ragazze in topless e, si presume, un uomo piegato su una piscina in “stato d’eccitazione”.

L’ex Premier ceco Mirek Topolanek ha confermato di essere lui nella fotografia, ma ha dichiarato che: “E’ stata modificata e la foto non è autentica.” Qualcuno ha qualche motivo per non credergli?

 

Berlusconi, da parte sua, è già sotto inchiesta per aver usato gli aerei di Stato per trasportare degli ospiti succintamente vestiti ed è anche nei guai a causa di diciottenni, per la sfilata senza fine di “amiche in tanga” (ecc, ecc), ha querelato El Pais poiché secondo lui le fotografie sono un’invasione della sua privacy e l’hanno screditato alla vigilia delle Elezioni europee. La verità è che, qualunque cosa succeda ai votanti italiani questo fine settimana, non è forse arrivata l’ora per noi di urlare:

 

“Lascia stare Silvio, sporca capra della politica europea, il mondo ne ha già avuto abbastanza?”

 

Dovete capire che non si tratta di un’indignazione istintiva - semmai, l’impulso, sì, è sempre stato quello di trovare Berlusconi patetico, ma anche di riconoscergli dei meriti, qualcuno che incitava a discutere.

È stato particolarmente divertente quando i Blair ci sono andati per quella famigerata vacanza gratis, leccando i piedi al loro caro amicone Silvio, il quale sfoggiava la sua bellezza indossando la sua bandana o piuttosto un sosia della nonna di Carlos Santana, in qualunque modo preferiate vederlo.

Questo sembra sia stato il punto di forza di Berlusconi, sia con gli italiani sia con gli altri, lui era in qualche modo una “canaglia adorabile” un po’ in là con gli anni, un vero personaggio che non si sarebbe mai abbandonato a qualcosa di così banale come il politicamente corretto. Perfino i nomi in codice che si era scelto per le festa in villa (Papi) suggeriscono che fosse interessato solamente a una “dittatura” in stile benevolo.

 

 

 

È diventato marcio; una crisi di mezza età andante che indossa dei pantaloncini Vilbrequin. E ne ha 72 di anni! Al che alcuni potrebbero gridare, beh, beato lui. Che male c’è?

 

[Articolo originale "Silvio, you're a saddo. Now just go away" di Barbara Ellen]

 

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12 giugno 2009 5 12 /06 /giugno /2009 12:07
Uno scambio di favori,per fortuna non si sono scambiati soldi alla luce del sole ,altrimentisi potrebbero denunciare per prostituzione.Non preoccupiamoci resteranno li ancora per molto,purtroppo esiste l’immunità parlamentare.
By clod
Pdl-Lega, tregua in vista dei ballottaggi
Bossi e Matteoli aprono all'Udc

Vertice di maggioranza fissato per il 21giugno. Berlusconi: «Non sostengo il referendum, ma voterò si»

 

ROMA (11 giugno) - Umberto Bossi continua a gettare acqua sul fuoco della vittoria elettorale e ieri pomeriggio è riuscito a mostrarsi disponibile anche ad un’intesa con l’Udc. La sensazione di una pace armata nel centrodestra, in attesa dei ballottaggi è evidente e il gioco di fioretto tra il presidente della Camera e il ministro del Carroccio, ne è stato ieri una conferma.

Bossi, rinsaldato il patto con Silvio Berlusconi nella cena di Arcore di lunedì scorso, si muove con cautela e attesa di quella sorte di conclave di maggioranza fissato per il 21. Nel frattempo il Senatùr non perde occasione per sottolineare il patto di ferro che ha con il premier spiegando che «io e Berlusconi stiamo bene insieme. E poi io come faccio senza di loro? E soprattutto - aggiunge sornione - come fanno loro senza di me?».

Il leader del Carroccio è consapevole delle tensioni che tagliano il Pdl e il rapporto giudicato troppo stretto del Cavaliere con Bossi non viene contestato solo da Gianfranco Fini, ma anche dall’ala meridionale del Popolo delle Libertà. La pattuglia siciliana è infatti sul piede di guerra per i fondi fas sottratti al governatore Raffaele Lombardo e non è detto che oggi, in occasione del voto segreto sulle intercettazioni, non faccia sentire la sua voce.

Significativa anche l’apertura del ministro Altero Matteoli ai centristi di Pier Ferdinando Casini. L’ex esponente di An, pur di trovare un contraltare al dilagare della Lega, getta il cuore oltre l’ostacolo di antiche ruggini e supera le perplessità di molti suoi ex compagni di partito.

Ovviamente il tema del referendum elettorale è uno degli elementi di divisione. La presa di posizione di Silvio Berlusconi, con tanto di comunicato diffuso su carta intestata di palazzo Chigi, ha fatto storcere il naso a coloro che nel Pdl hanno a suo tempo raccolto le firme. Ieri mattina il presidente del Consiglio ha provato a metterci una toppa spiegando che andrà comunque al seggio e voterà ”sì”.

Una rassicurazione che tra gli ex di An si commenta con una certa freddezza e che non sconvolge la Lega che invece temeva la discesa in campo di Berlusconi. Fatto sta che il disimpegno del Cavaliere sul referendum entrerà sicuramente nell’agenda del vertice di maggioranza, malgrado il tentativo del ministro La Russa e del coordinatore del Pdl Verdini di gettare acqua sul fuoco.

Nell’agenda del summit di maggioranza che seguirà ai ballottaggi c’è il nodo della scelta dei governatori di Lombardia e Veneto, ma in fila verranno messi anche i problemi aperti nella coalizione. A cominciare dalle attese di molti ministri di veder restituite dal Tesoro le somme a suo tempo lesinate. Ieri mattina Gianfranco Fini, bocciando l’idea leghista delle gabbie salariali e dei contratti diversificati sul territorio, ha inserito nell’agenda un altro argomento di tensione con il Carroccio che ben si lega anche al problema della stesura dei decreti attuativi del federalismo fiscale.

Ieri pomeriggio in via dell’Umiltà si è tenuta una riunione dei coordinatori del Pdl in vista dei ballottaggi. L’iniziativa scuote il primo partito da quel torpore che lo stesso Berlusconi nei giorni scorsi aveva lamentato, salvo poi chiudere ogni polemica con quella nota di ringraziamento e soddisfazione diffusa nei giorni scorsi.

Resta il fatto che la logica del triumvirato piace poco al premier che continua a nutrire qualche perplessità sul superattivo Ignazio La Russa che ieri pomeriggio ha arringato i coordinatori regionali del partito. Al ministro della Difesa, Berlusconi non ha ancora perdonato la decisione di candidarsi «per spirito di servizio» alle elezioni Europee.

 

 

di Marco Conti

Intercettazioni, Camera approva ddl tra proteste, va al Senato

ROMA (Reuters) - L'aula della Camera ha approvato oggi il disegno di legge in materia di intercettazioni, tra le proteste dell'opposizione. Il provvedimento, che ora passa al Senato, è passato con 318 voti a favore, 224 voti contrari e un astenuto.

Il ddl, sul quale il governo ieri ha ottenuto la fiducia, restringe il ricorso alle intercettazioni nelle indagini della magistratura e impedisce la loro pubblicazione sui media, anche quando non sono più coperte da segreto, almeno fino alla fine delle indagini preliminari.

La maggioranza sostiene che le limitazioni sono necessarie dopo una serie di abusi da parte della magistratura, in cui si è violata la privacy dei cittadini.

L'opposizione, che oggi ha esposto cartelli di protesta in aula, ha aspramente criticato la scelta del governo di mettere la fiducia su un provvedimento che tratta di sicurezza dei cittadini e libertà di informazione, diritti tutelati dalla Costituzione.

I capigruppo di Pd, Idv e Udc alla Camera hanno chiesto ieri un intervento del capo dello Stato Giorgio Napolitano, per "restituire pienezza di contenuti democratici al dibattito parlamentare".

Oggi il presidente della Repubblica, rispondendo a una domanda di Reuters a Napoli, ha detto che seguirà l'iter parlamentare del ddl per poi prendere una decisione.

"Ci sono molte cose da difendere e molte cose da rinnovare. Esaminerò il testo della legge che uscirà dalla Camera, ne seguirò l'iter successivo in Parlamento, poi prenderò le decisioni che mi competono", ha detto Napolitano concludendo un incontro con degli artisti al Napoli Teatro Festival Italia.

Anche il sindacato delle toghe ha espresso il suo malcontento, parlando di scelta che "lascia sgomenti".

Il riferimento è alla norma centrale del disegno di legge, secondo cui il giudice potrà autorizzare le intercettazioni richieste dal pm soltanto in presenza di "evidenti indizi di colpevolezza". 

 

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  • : Tutti contro.......!!!! by clod
  • : La pressione dell’omologazione, l’egoismo altrui lo hanno spinto verso la più triste e irreversibile delle scelte Con lui si è chiusa l’epoca degli ideali della società nuova. Ora, in questa fase di passaggio, dove il ricordo di quegli ideali fluttua nell’aria, sta a noi restituire fiato alle travolgenti spinte del secolo scorso.
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