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11 luglio 2009 6 11 /07 /luglio /2009 16:16

Sicuramente vincerà l’appalto….ma come al solito non lo finirà ho cadrà come le tante scuole e gli ospedali che ha costruito in ITALIA.

 

VIVA IL MADE IN ITALY

 

 

MADRID, 9 luglio (Reuters) - Il gruppo di costruzioni spagnolo Sacyr (SVO.MC: Quotazione) è in forte rialzo in borsa dopo che ieri è emerso che l'offerta presentata con Impregilo (IPGI.MI: Quotazione) per l'espansione del Canale di Panama è la più bassa e inferiore alle previsioni di spesa dell'Autorità del Canale.

Intorno alle 16,20 il titolo mantiene la spinta della mattina e prosegue in rialzo di quasi 12% a 10,81 euro dopo essere balzato in avvio fino a quasi +20%.

Impregilo, che ieri pomeriggio aveva accelerato con decisione in seguito all'annuncio per chiudere sotto i massimi a +1,9%, smentisce invece nel pomeriggio anche il rialzo modesto della mattina e si aggira sui minimi di seduta in calo di oltre 1% a 2,4 euro, mentre il benchmark FTSE Mib .FTMIB sale 1,5%.

Stesso rialzo per le costruzioni in Europa .

La differenza di performance tra Sacyr e Impregilo stamane veniva definita "singolare" da un'operatrice, che imputava parte della spiegazione a "motivi legati solamente a Sacyr e che non riguardano la gara di Panama".

 

 

 

Truffe edili – IMPREGLIO

 

Truffe edili/ Impregilo condannata per corruzione in Africa. Multa di 1,5 mln

Un milione e mezzo di euro. Questa, centesimo più, centesimo meno, la somma che l’Impregilo dovrà sborsare per mettere fine all’annosa questione del caso di corruzione che la vedeva a giudizio davanti a un tribunale del piccolo stato africano del Lesotho. Spulciando tra le carte del processo ci si accorge che la principale impresa di costruzioni italiana – tanto per capirci, è quella del Ponte sullo Stretto – se l’è cavata con una sorta di patteggiamento.

 


Ha ammesso di aver ostacolato il corso della giustizia evitando di fornire importanti documenti che attestavano come negli anni novanta un suo intermediario avesse effettuato pagamenti illeciti a un pubblico ufficiale, al fine di garantirsi l’aggiudicazione di un importante appalto nel mega progetto di gestione delle acque Lesotho Highlands Water Project. Il tutto vedendo riconosciuto il principio, sbandierato da anni, che le malefatte riguardavano solo la vecchia gestione societaria.
Sia come sia, l’Impregilo ha comunque confermato l’impianto accusatorio della corte sul caso di corruzione, evidenziando una condotta “ostruzionistica” ben poco consona a una delle società leader del suo settore a livello mondiale.
D’altronde all’epoca la torta da dividere per la costruzione delle grandi dighe e dei numerosi tunnel sotterranei che compongono l’opera era veramente enorme.
Basti pensare che i costi totali ammontavanono a più di quattro miliardi di dollari e che di mezzo c’erano importanti istituzioni multilaterali di sviluppo come la Banca mondiale e la Banca europea per gli investimenti, alcune agenzie di credito all’esportazione, tra cui anche l’italiana Sace, e banche private di spicco come la Dresdner Bank e il Credit Lyonnais.
Nella sua lunga storia, che dovrebbe concludersi con il completamento definitivo entro il 2027, di vicissitudini il Lesotho Highlands Water Project ne ha vissute parecchie. E sì, perché oltre alle promesse di compensazioni e reinsediamento non mantenute nei confronti delle popolazioni locale e vari danni ambientali, il progetto, come abbiamo visto, è diventato anche un gigantesco caso di corruzione internazionale.
Oltre all’Impregilo, ne sono protagoniste quattordici grosse compagnie del settore infrastrutturale dei principali Paesi occidentali, il responsabile dell’autorità locale per la gestione del progetto, Masupha Sole, e, come instancabile ricercatore della verità, il pubblico ministero Guido Penzhorn. E’ proprio quest’ultimo quattro anni fa ha scoperchiato il calderone, da cui sono uscite fuori storie di tangenti date in tutti i modi e con generosità, in un arco di una decina di anni, dalle società a Sole direttamente o tramite intermediari.
A suo tempo tra le istituzioni finanziarie internazionali solo la Banca mondiale, incalzata dalla grande stampa internazionale, aveva eseguito un’indagine, dai risultati alquanto insoddisfacenti.
Singolare come negli ultimi giorni il presidente della stessa istituzione, l’ex sottosegretario alla difesa degli Usa Paul Wolfowitz, abbia tirato fuori dal cassetto una proposta di amnistia per tutte le compagnie macchiatesi di fatti di corruzione pronte a riconoscere le proprie colpe.
Dopo mesi passati a urlare ai quattro venti la propria intenzione di combattere le eventuali pratiche illegittime condotte dalle imprese finanziate dalla Banca mondiale, quello di Wolfowitz è senza dubbio un bel passo del gambero. Intanto l’Impregilo sembra approfittarne. Pagando un “obolo” e beneficiando della probabile amnestia, non rischia più di vedersi negare i sostanziosi fondi della Banca mondiale destinati ai privati.

 

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  • : La pressione dell’omologazione, l’egoismo altrui lo hanno spinto verso la più triste e irreversibile delle scelte Con lui si è chiusa l’epoca degli ideali della società nuova. Ora, in questa fase di passaggio, dove il ricordo di quegli ideali fluttua nell’aria, sta a noi restituire fiato alle travolgenti spinte del secolo scorso.
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