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2 maggio 2009 6 02 /05 /maggio /2009 10:49

di Nello Trocchia

La commissione antimafia, in missione a Napoli, ha audito i magistrati della procura partenopea. C'è una frase, finita sotto silenzio. Il procuratore della repubblica di Napoli Giandomenico Lepore ha dichiarato, al Gr Rai,: " Non mi faccia dare cifre, ma secondo me un 30 per cento dei politici è colluso con la camorra". L'indomani, mercoledì 29, sui giornali neanche un rigo e neanche nei giorni successivi. Spazio al clima tropicale, paginate sul papa in Abruzzo e amenità di varia natura. Ma l'allarme è di quelli bomba che pone le solite domande, in vista delle amministrative e delle europee. I partiti quali impegni hanno assunto per evitare le solite liste di collusi e chiacchierati? Nel 2007 si dotarono di un codice etico, sottoscritto in commissione antimafia( presidente Francesco Forgione) dove si prevedeva che neanche un rinviato a giudizio per reati gravi potesse essere candidato, nelle elezioni amministrative. Si attende ancora il resoconto per capire la reale applicazione di quel codice. In fondo anche nel 1991 i partiti si regalarono un altro codice per la gloria e a futura memoria. Basta dare uno sguardo in Parlamento per capire la reale applicazione di questi codici. Ma, nel silenzio generale, sarebbe bene fare un giro nei comuni. Dal 1991, 185 decreti di scioglimenti per infiltrazioni mafiose, hanno colpito le amministrazioni comunali, le Asl e le aziende sanitarie provinciali. Una mattanza di regole e democrazia. I sindaci al momento dello scioglimento per mafia gridano al complotto, ma poi tornano in sella, nel silenzio di informazione e opinione pubblica. Ora arriva il nuovo allarme di Lepore, caduto nuovamente nel vuoto. Eppure con il federalismo invocato a gran voce, le macchine comunali hanno sempre più poteri e rappresentano il primo baluardo, il primo riferimento per la comunità. Offrono servizi, indicono gare di appalto, realizzano lavori di pubblica utilità, garantiscono i diritti essenziali per dirsi cittadini di una comunità. Se il comune è amministrato da malapolitica e crimine organizzato, i servizi scompaiono, le garanzie sono sepolte da affarismo e interessi personali. In vista delle amministrative, bisogna vigilare nei piccoli e grandi comuni. Dietro volti rifatti e rassicuranti, finti giovani si nascondono i veri sindaci, quelli che da anni controllano amministrazioni comunali. A Seminara, provincia di Reggio Calabria, una indagine della magistratura ha scoperto che dopo 20 anni (20 anni) governava sempre la stessa cricca di potere, nell'ombra. Oggi il comune è sciolto per mafia e gestito da una commissione prefettizia.Molti si chiedono a cosa possa servire il controllo di un comune? Le mafie controllano i consensi e il futuro di intere generazioni. Vige la legge del baratto, il voto in cambio del favore o della promessa di un posto di lavoro. Controllare un comune è fondamentale, la carta di identità falsa di Bernardo Provenzano fu realizzata nell'ufficio anagrafe del comune di Villabate, in provincia di Palermo, sciolto due volte per mafia. Le amministrazioni comunali con i piani regolatori controllano la sostenibilità e progettano il futuro del territorio, realizzano i piani comunali di protezione civile, fanno prevenzione. La frana a Quindici del 1998, in provincia di Avellino, ha ucciso e devastato un territorio. Il sindaco che si faceva chiamare juke-box è stato condannato, il comune sciolto per mafia, gli appalti della ricostruzione erano truccati, andavano agli amici degli amici. Non c'è metro di terra che le mafie non controllino con l'apporto della politica collusa.Poi viene giù il cielo e arrivano frane, terremoti e calamità a fare morti. Si piange e poi torna tutto come prima. Chi deve controllare non lo fa, nei comuni sciolti per mafia, i vigili sono a disposizione, spesso assunti su ordine del clan locale per stare tutti più tranquilli. La politica banchetta o esegue in silenzio.

Il 30% dice Lepore dei politici sono contigui al potere criminale, ma tutto tace. Le mafie vincono in silenzio.

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  • : La pressione dell’omologazione, l’egoismo altrui lo hanno spinto verso la più triste e irreversibile delle scelte Con lui si è chiusa l’epoca degli ideali della società nuova. Ora, in questa fase di passaggio, dove il ricordo di quegli ideali fluttua nell’aria, sta a noi restituire fiato alle travolgenti spinte del secolo scorso.
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